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Crocieristi “blindati” e “portati” sempre negli stessi negozi, l’ira dei commercianti: “Bari vecchia sta morendo”

Pubblicato da: Rosanna Volpe | Gio, 8 Luglio 2021 - 06:30
turisti turismo

“Bari vecchia non fa la voce grossa e resta inascoltata e la città continua a essere spaccata in due parti”. Michele Fanelli, presidente del Circolo Acli Dalfino tuona contro quanto sta accadendo nel borgo antico e contro chi assiste inerme alla morte di un quartiere.

“Il ritorno delle navi da crociera, aveva fatto sperare a una ripresa del commercio per le strade del borgo. Così non è, spiega Fanelli. I crocieristi non sono liberi neanche di acquistare una bottiglia di acqua in un bar. Vengono seguiti anche dai funzionari di bordo e non possono fare acquisti dove vogliono”. Il problema secondo Fanelli non sono le norme di sicurezze adottate per il Covid perché nei fatti gli stessi croceristi vengono accompagnati solo in alcuni esercizi commerciali.

“Tutto questo – prosegue Fanelli –  sta provocando l’ira dei commercianti di Bari vecchia, che aspettavano il ritorno delle crociere per ricominciare a lavorare dopo un periodo di totale chiusura. I turisti italiani e stranieri invece sembrano essere blindati, perché non si possono muovere in piena libertà”.  Prima del Covid Bari vecchia era presa d’assalto dai turisti che avevano del tempo libero per fare acquisti dove volevano e per portare a casa un pezzo di Bari e della Puglia.

“Alla luce di questa sgradevole situazione e sentite le numerosissime lamentele dei commercianti della città vecchia che ci arrivano quotidianamente nella ns sede del Circolo Acli Dalfino  – sottolinea Fanelli – si chiede all’autorità competente di intervenire. Questa situazione sta provocando la sussistenza di attività commerciali che nel perdurare nel tempo saranno costretti alla chiusura. Alla luce di questa grave situazione si sta pensando anche a una raccolta firme di commercianti del centro storico per essere ascoltati dalle istituzioni competenti e – conclude – se questo non bastasse, anche di arrivare eventualmente per vie legali. Noi vogliamo un turismo libero e vivo e non un turismo morto”.

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