Un fenomeno che senz’altro farà discutere, non solo gli ambientalisti, quello che sta colpendo con eccezionale intensità il Salento ed in particolare la costa adriatica ed in particolare il tratto tra il Parco Rauccio, Solicara, Gelsi, Torre Chianca e Frigole. L’allarme è stato lanciato da alcuni cittadini leccesi che hanno postato le immagini sulla pagina facebook della nota associazione “Vivere Lecce”. A provocare la moria delle piante è la “psilla ierp”, un insetto fitofago che causa il disseccamento delle foglie ed il conseguente deperimento.
E’ un animaletto che, allo stato larvale, succhia la linfa dalle foglie. Poiché l’attacco è massiccio, in tre mesi ha invaso il 70% delle foglie degli alberi, queste ingialliscono e cadono. Quando un albero perde le foglie si indebolisce e arriva persino a seccarsi. Soprattutto, non fiorisce più. Nello specifico la psilla G. brimblecombei, originaria dell’Australia, è diventata specie invasiva nell’ultimo decennio. A partire dalla sua prima segnalazione in California nel 1998, in pochi anni l’insetto si è rapidamente diffuso attraverso l’intero continente americano, dalla Florida fino all’Argentina e al Cile. In Africa G. brimblecombei è attualmente presente nelle isole Mauritius e in Madagascar.
Le prime segnalazioni in Europa hanno riguardato la Penisola Iberica nel 2009 e in Italia nel 2010 nella Regione Campania e nel Lazio. Nel corso del 2011 la pullulazione dell’insetto ha assunto nel centro Italia ed in Sardegna, dimensioni notevoli e sta assumendo carattere di emergenza fitosanitaria per l’eucalipto. Le colonie di G. brimblecombei sono di facile individuazione per la presenza dei tipici follicoli di cera, detti lerps, che spiccano per il colore bianco. Per contrastare in modo naturale tale attacco la soluzione suggerita da Confagricoltura è «di utilizzare altri insetti antagonisti, come la “psyllaephagus bliteus”, che in California e Messico ha già dato ottimi risultati. Il problema è che esiste un divieto all’importazione ed utilizzazione delle specie animali di origine esotica. Resta la preoccupazione degli agricoltori per un fenomeno mai documentato prima nel Salento ed in Puglia. Da questa pianta, infatti, si ottiene un miele di grande qualità e dagli effetti benefici per alcune tipi di malattie, in particolare di quelle alle vie respiratorie. Perdere tale produzione, sarebbe un nuovo grave danno anche per l’agricoltura pugliese.
(Foto facebook)