In questo ultimo periodo il mondo piano piano si riapre e inizia a respirare un filo di normalità. In alcuni paesi questo è più vero che in altri, come conferma un recente indice sulla “resilienza Covid” redatto da Bloomberg che ha paragonato diversi fattori relativi alla libertà individuale, per stilare una classifica fra le nazioni. Fra le cose tenute in considerazione ci sono il tasso di contagi/morti da coronavirus e la percentuale di popolazione vaccinata ma anche la vitalità dell’economia, la libertà di movimento, all’aperto e al chiuso, così come l’attività delle compagnie aeree. Il risultato è abbastanza sorprendente e vede nei primi 10 posti: Stati Uniti, Nuova Zelanda; Svizzera; Israele; Francia; Spagna; Australia; Cina; Regno Unito; Corea del Sud
Stupisce un po’ il primo posto americano, visto l’importante impatto della pandemia che ha portato a un primato mondiale di contagi e di morti. E’ anche vero però che gli Usa sono stati i primi a implementare una campagna di vaccinazione a tappeto. A ciò si aggiunge la possibilità di andare al ristorante, l’abolizione delle mascherine per i vaccinati e la possibilità di viaggiare senza limitazioni. Altro fattore non da poco, il piano di aiuti da 1.9 mila miliardi approvato dall’amministrazione Biden.
Un po’ meno bene, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stata valutata Italia (26esima) insieme ad Austria (25esima) e Germania (28esima). Passi in dietro per l’area Asia/Pacifico con limitazioni particolarmente strette per città-isola come Hong Kong (30) e Taiwan (44). Fanalini di coda, e non poteva essere altrimenti, l’Asia centrale con la cintura a ridosso dell’India (50), con paesi come Bangladesh (46) e Pakistan (47). Ma anche nell’America latina con Argentina (l’ultimissimo posto al 53), Colombia (48), Perù (45) e Brasile (40).