Imprenditori e gestori, barman e security, fotografi e videomaker, coreografi, grafici social media e manager. E ancora: tutto il settore spettacolo e il settore audio video. La manutenzione degli impianti elettrici, il settore energia, le hostess e gli addetti alle pulizie, i cassieri e i corrieri. I parcheggiatori, i produttori di beverage e i camerieri. Infine tutte le professionalità “artistico/creativo e promozionale” dell’industria dell’entertainment. Una lista infinita di professionalità che sono a casa da 17 mesi, dall’inizio della pandemia. Mentre tutto è tornato più o meno alla normalità, questo settore naviga nell’incertezza. L’ipotesi del governo era di riaprire a luglio.
Ad oggi, però, una data ufficiale non c’è. Così come, si brancola nel buio sulle modalità che i gestori dovranno seguire per riaprire i loro locali. “Noi siamo la storia di un settore imprenditoriale che da un secolo fa da colonna sonora e portante a quello che indiscutibilmente è il settore più affermato del divertimento, della socializzazione, della comunicazione con un potente strumento dal fortissimo messaggio sociale: la Musica”, tuona sulla sua pagina facebook, Dario Boriglione, gestore del Demodè, un contenitore artistico e culturale prima ancora che una discoteca.