Giù le mascherine all’aperto da questa mattina in Puglie come nel resto di Italia in zona bianca (ad eccezione della Campania dove il governatore Vincenzo De Luca ha emesso una ordinanza più restrittiva). Il ministro della Salute Roberto Speranza, infatti, ha firmato nei giorni scorsi l’ordinanza valida sino al 31 luglio, dopo il parere del Cts. Poi si vedrà.
Intanto dopo un anno, quella mascherina che in pochi ancora hanno imparato a usare, finisce in tasca, almeno all’aperto. Resta obbligatoria nei luoghi chiusi e in situazioni di assembramento. Dopo un anno si torna a vivere senza quel dispositivo che resta il simbolo più forte della pandemia.
Il valzer delle mascherine comincia dopo il primo lockdown. A luglio scorso le regole statali in vigore confermano l’uso obbligatorio delle mascherine solo al chiuso. Ad agosto a distanza di un mese, torna la paura: viene disposto, non senza polemiche, l’obbligo dei dispositivi di sicurezza anche all’aperto, dalle 18 alle 6, nei luoghi dove c’è rischio di assembramento. La Puglia è una delle prime regione a dare queste disposizioni.
A ottobre il ministro Speranza dispone l’obbligo, su tutto il territorio nazionale, di portare con sé i dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto. Da allora la mascherina è sempre con noi. Sino alla nuova disposizione del 28 giugno 2021.
Le riserve sono ancora tante: in Italia si teme un possibile aumento dei casi in vista delle prossime settimane. A spaventare è sempre la variante Delta che ha preso piede soprattutto in Gran Bretagna. Per questo il ministro della Salute ha invitato i cittadini alla massima attenzione, soprattutto ora che cadrà l’obbligo delle mascherine all’aperto. “La mascherina – ha detto subito dopo aver firmato l’ordinanza – è e resta uno strumento fondamentale. Va indossata necessariamente solo quando non si può rispettare il distanziamento ma resta un punto fondamentale della nostra strategia. È vero che i nostri numeri sono migliori rispetto a un mese fa, ma – ha avvertito il ministro – non dobbiamo considerare chiusa la partita”.