In riferimento alla distribuzione regionale per nazionalità, nel 2020 la regione con il maggior numero di lavoratori domestici stranieri è la Lombardia, con 137.037 lavoratori (il 21,6% del totale dei lavoratori domestici stranieri), a seguire il Lazio (16,1%) e l’Emilia-Romagna (10,1%).
I dati del triennio 2018-2020 mostrano una tendenza più dinamica e generalizzata su tutte le Regioni per i lavoratori domestici italiani, con una crescita del 14,9%. La maggior parte dei lavoratori domestici italiani lavora in Sardegna (13,7%).
A livello regionale nell’ultimo anno i lavoratori domestici italiani aumentano in tutte le regioni con tassi di variazione generalmente tra il 10% e il 20% ad eccezione di Sardegna (+2,8%), Trentino-Alto Adige (+5,8%) e Lazio (+8,9%). Gli incrementi più consistenti dei lavoratori domestici italiani tra il 2019 e il 2020 si registrano in Basilicata (+31,8%), Sicilia (+25,4%), Puglia (+23,9%) e Abruzzo (+21,1%).
Più contenuti gli incrementi dei lavoratori domestici stranieri tra il 2019 e il 2020 osservati in tutte le regioni tranne la Sardegna (-3,0%). I tassi di variazione sono al di sotto del +10% in tutte le Regioni con l’eccezione di Puglia (+14,7%) e Basilicata (+13,5%).
Rispetto all’area geografica di provenienza nel 2020 l’Europa dell’Est continua ad essere la zona di origine della maggior parte dei lavoratori domestici con 351.684 lavoratori pari al 38,2% del totale dei lavoratori domestici, seguiti dai 287.610 lavoratori di cittadinanza italiana (31,2%) e dai lavoratori delle Isole Filippine (7,3%) e del Sud America (7,29).
Dall’analisi dei dati trimestrali 2020 emergono fattori di stagionalità nel numero dei lavoratori domestici, anche legati al lockdown a seguito della pandemia da Covid-19. Nel complesso i lavoratori domestici crescono nel terzo e soprattutto nel quarto trimestre con alcune differenze tra italiani e stranieri.
I lavoratori italiani presentano un lieve andamento crescente anche tra il primo e il secondo trimestre in corrispondenza del primo lockdown in cui è emersa l’esigenza di avere un rapporto di lavoro regolare per poter circolare liberamente per motivi di lavoro.
Tra i lavoratori domestici stranieri, invece, è evidente un andamento decrescente tra il primo e il secondo trimestre, legato probabilmente a due effetti concomitanti: domestici stranieri che hanno lasciano l’Italia per non rimanere bloccati dalla pandemia e sono tornati nel paese di origine, e altri che, trovandosi temporaneamente fuori del nostro paese, a causa del blocco non sono potuti rientrare in Italia per riprendere a lavorare. Successivamente, nel terzo e quarto trimestre i domestici stranieri tornano a crescere anche per effetto del D.L. n.34 del 19/05/2020 (decreto “Rilancio”) che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari.