Si fa strada in Puglia la variante Delta, secondo quanto riferisce l’analisi fatta per l’Ansa dal Gruppo di Bioinformatica del centro Ceinge-Biotecnologie avanzate diretto da Giovanni Paolella. Fra gli autori della ricerca Rossella Tufano e Angelo Boccia, che precisano che le statistiche frutto dell’analisi “sono basate sulle sequenze pubblicate in Gisaid e, inevitabilmente, non possono rappresentare l’esatta diffusione del virus sul territorio”.
Dall’analisi emerge che Puglia (35%) e Trentino Alto Adige (26%) sono le regioni in cui la variante Delta risulta essere attualmente più diffusa. I dati esaminati nella banca Gisaid sono aggiornati al 21 giugno 2021 e l’analisi indica che, delle 1.193 sequenze depositate in totale, 108 (circa 9%) corrispondono alla variante Delta (B.1.617.2). Si nota un “aumento – rilevano i ricercatori – rispetto a quanto riportato per il periodo 15/05/2021 – 16/06/2021, in cui la variante Delta corrispondeva al 3.4%”.
L’analisi dei Ceinge indica inoltre che la variante Alfa continua ad essere preponderante, con 883 sequenze depositare, pur passando dal precedente 79% all’attuale 74%. Per quanto riguarda le regioni, la maggior parte delle sequenze che corrispondono alla variante Delta arriva dalla Puglia (38, pari a circa il 35%), seguita da Trentino-Alto Adige (28, 26%), Veneto (20, circa 18%), Umbria (11, 10%), Sardegna (5, 5%), Campania (3, 3%), Lazio, Sicilia e Lombardia (1 ciascuna, 1%). Da segnalare anche un nuovo focolaio in Emilia Romagna: in sei giorni l’Ausl di Piacenza ha sequenziato, rintracciato e isolato 24 casi di variante Delta, la mutazione del Coronavirus scoperta in India. Tutti provengono dal polo logistico piacentino. Due le aziende coinvolte, con 10 dipendenti contagiati e gli altri 14 sono amici, conoscenti o parenti stretti.