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Istat, in Italia 100mila morti in più per il Covid: in Puglia Foggia è stata la provincia più colpita nel 2020

Pubblicato da: redazione | Gio, 10 Giugno 2021 - 14:30

Nel 2020 la mortalità in Italia è stata la più alta mai registrata. Dati così non si vedevano dal Dopoguerra in poi. E’ quanto emerge dal rapporto Istat-Iss riguardante l’impatto del Covid-19 in Italia. Secondo il report, nell’anno dell’emergenza sanitaria, sono stati registrati complessivamente 746.146 decessi, 100.526 in più rispetto alla media degli anni che vanno dal 2015 al 2019 (15,6% di eccesso).

Per quanto riguarda la Puglia, i decessi totali suddivisi per provincia sono stati a Bari 13.193 (con un tasso standardizzato di mortalità Covid-19 e generale a 981,1), a Foggia 7631 (1141,2), a Taranto 6251 (983,0), Brindisi 4469 (1003,4) e Lecce 9071 (930,2). I decessi Covid sono stati invece nel Barese 796 (tasso a 60,4), Foggia, 846 (128,7), Taranto 285 (45,0), Brindisi 167 (38,1) e Lecce 206 (21,8). La mortalità generale rispetto agli anni precedenti in tutte le province pugliesi vede dunque Foggia tra le più colpite. Subito dopo c’è Brindisi (con 1033,6), poi Taranto (1007,9), Bari (998,4) e infine Lecce (950,0). Le regioni che riportano aumenti significativamente più alti sono Piemonte, Valle D’Aosta, Lombardia e la Provincia autonoma di Trento. Analizzando però la diffusione del virus nei primi mesi del 2021, dal report emerge che la maggior parte dei decessi sono al sud.

In particolare, rispetto all’intero anno 2020, da gennaio ad aprile, ovvero nei primi quattro mesi del 2021, l’impatto dei decessi per Covid (sui decessi totali) è aumentato nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno. L’aumento è dovuto sia perché parallelamente è aumentata anche la capacità di rilevazione dei decessi Covid da parte delle regioni, sia per il costante incalzare del virus che si  è diffuso notevolmente soprattutto in queste regioni che, al contrario, avevano registrato una scarsa presenza del virus durante la prima ondata.  La stima del contributo dei decessi Covid-19 alla mortalità generale conferma, in particolare, come l’impatto sia più marcato nel genere maschile. Inoltre, la fascia di età in cui si riscontra un’incidenza maggiore di decessi Covid-19 sui decessi totali è quella che va dai 65 ai 79 anni: nello specifico, in questa classe, un decesso su 5 è attribuibile al Covid-19.

Secondo il report, il rischio di decesso per Covid si riduce del 95% a partire dalla settima settimana dopo la somministrazione della prima dose di vaccino. Analizzando nello specifico il primo quadrimestre del 2021, nel documento viene spiegato  che “la vaccinazione ha portato a una notevole riduzione del rischio di morte a meno di due mesi dalla prima dose del vaccino”. Rispetto al 2020, infatti, si è registrato un ulteriore calo in termini percentuali dei contagi registrati nella popolazione molto anziana (80 anni e più) e, inoltre, un abbassamento dell’età dei casi segnalati. “Questo – spiega l’Istat all’interno del report – è un segnale di come la campagna di vaccinazione, le raccomandazioni e la prevenzione messa in atto abbiano dato esiti postivi nel ridurre la trasmissione di malattia nella fascia anziana della popolazione, ma è anche una conseguenza dell’aumentata capacità diagnostica e delle attività di contact tracing”.

Il Nord, infine, è stata la ripartizione più interessata alla diffusione della pandemia, soprattutto durante la prima ondata. Nel 2020, il 60% dei casi e il 71% dei decessi si è concentrato in questa area geografica. La Regione Lombardia è stata quella che durante tutto l’anno ha riportato il maggior numeri di casi con l’inevitabile conseguenza di un aumento dei decessi, fenomeno che ha determinato un alto valore del tasso standardizzato di mortalità generale. Questo nonostante la regione con il più alto tasso di mortalità sia stata la Valle D’Aosta. Analizzando i rapporti dei tassi standardizzati a livello provinciale Bergamo si conferma essere la provincia con la più alta mortalità generale rispetto agli anni precedenti (SRR=1,55). Subito dopo ci sono Cremona (SRR=1,53), Lodi (SRR= 1,47) e Piacenza (SRR= 1,41). Nel Centro invece, la provincia con il più alto tasso di mortalità rispetto al periodo di riferimento 2015-2019 è stata Pesaro-Urbino (SRR=1,26), mentre al Mezzogiorno la più colpita è stata la provincia pugliese Foggia (SRR= 1,16). In linea con i valori regionali, Roma ha avuto nel 2020 un tasso di mortalità generale significativamente inferiore al 2015-2019 (SRR=0,97).

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