Ancora una microspia nella stanza del sindaco di Maglie Ernesto Toma. Un episodio simile si era già verificato lo scorso aprile, quando il sindaco aveva trovato nel suo ufficio, due microspie. Oggi, a distanza di più di un mese, l’episodio si è ripetuto, questa volta però la microcamera era nascosta all’interno di un pendolo. A renderlo noto è lo stesso sindaco che non ha esitato a commentare l’accaduto. “L’episodio mi inquieta non poco, non per chi ha voluto o potuto riprendere, ma perché il non sapere chi ha voluto spiare le mie conversazioni sia in forma audio sia in forma video mi crea grande disagio e quindi apre, anche involontariamente, tanti scenari che gettano sospetti su chiunque” – ha commentato.
“Dopo il ritrovamento, denunciato il 14 aprile scorso, delle due microspie nella mia stanza di sindaco dichiarai che ero sereno e tranquillo. Lo sono anche oggi, dopo il ritrovamento un’ulteriore apparecchiatura di captazione e cioè di una microcamera collegata a due SIM – ha proseguito – inutile fare giri di parole, quanto da me accertato, anche attraverso tecnici professionisti (il Comune di Maglie per il tramite del Comando dei Vigili Urbani ha dato incarico alla società King Store), mi fa ritenere che si tratti di apparecchiature non di nuovissima tecnologia – sia le cimici sia la telecamerina sono datate e di grossolana fattura, ma funzionati e pronte all’uso – quindi tutte le ipotesi restano in piedi: da quella giudiziaria (che a questo punto sarebbe auspicabile e mi tranquillizzerebbe) a quella politica, con il rischio che notizie e valutazioni personali e amministrative compiute della mia Giunta, anche in materie molto delicate, siano diventate o diventino di pubblico dominio” – ha aggiunto specificando il rammarico per i colloqui privati con i cittadini disagiati o in difficoltà economica e sociale che potrebbero essere stati vittima di violazione della privacy.
“Potrebbero essere stati visti e ascoltati – ha aggiunto – una violazione della privacy e della democrazia. Infine, c’è un altro aspetto che maggiormente mi addolora: chi ha piazzato il congegno ha danneggiato un antico pendolo che si trova nella mia stanza, che poi è anche quella dove si riunisce la giunta. Un foro praticato sul quadrante all’altezza delle 12, il che dimostra anche la rozzezza delle persone che per installare la microcamera hanno addirittura rovinato un modo serio un orologio di pregevole fattura. Assistito dall’avvocato Luciano Ancora, ho prontamente denunciato tutto ai Carabinieri con l’auspicio che venga definitivamente e subito fatta chiarezza su chi ha pensato di fare della stanza del sindaco e della giunta la <casa del grande fratello>. Spero che in tempi rapidi questa brutta pagina venga chiusa per recuperare quella fiducia istituzionale, politica e civile necessaria per il funzionamento della mia amministrazione” – ha concluso.