La possibilità di vaccinarsi nelle farmacie, l’accordo con la Regione e le eventuali difficoltà. Francesco Fullone, presidente Federfarma Puglia, risponde a Borderline24 e chiarisce ii passaggi di un accordo ormai prossimo.
Presidente Fullone, oggi firmate l’accordo per la somministrazione dei vaccini in farmacia. è un passo in avanti importante in questa battaglia contro il covid
In realtà non è detto che oggi firmiamo, sicuramente c’è una forte volontà comune da parte di regione e farmacisti, ma ci sono degli aspetti di tipo tecnico che vanno affrontati. Stiamo incontrando la Regione proprio per questo, e per capire in che modo effettivamente noi farmacisti potremo dare una mano in questa campagna vaccinale. Quello che possiamo dire per certo è che stiamo lavorando da mesi su questa emergenza sanitaria e stiamo trovando di volta in volta le soluzioni migliori insieme alla regione puglia.
Da quando sarà possibile vaccinarsi nelle farmacie?
Ancora non lo sappiamo, non dobbiamo dimenticare che per diventare vaccinatori va seguito un corso dell’Istituto Superiore di Sanità, affrontato un esame e ricevere un certificato per poi poter procedere. Sono passaggi importantissimi, così come capire anche quali altri adempimenti dovranno adottare le farmacie per poter aderire alla campagna di somministrazione. Quale tipo di vaccino andremo a somministrare e come avverrà la distribuzione delle dosi.
Come si è arrivati a questa possibilità?
Da quando è iniziata la pandemia noi farmacisti siamo sempre stati in prima linea. Non abbiamo mai chiuso e ci siamo sempre posti al fianco dei cittadini e delle istituzioni per affrontare questa situazione emergenziale mondiale. Su questa strada stiamo continuando, anche ora. Adesso faremo questo salto impegnandoci ancora di più con i vaccini, che sembrano la chiave per tornare alla normalità, o quasi.
Quante farmacie saranno coinvolte?
In Puglia ci sono circa 1300 farmacie. Sulla base delle pre-adesioni siamo intorno il 50%, un dato pari a quello nazionale. Alcuni stanno attendendo di capire quali sono le necessità effettive a cui far fronte per aderire. Ad ogni modo, se anche solo la metà, o anche meno, delle farmacie dovesse decidere di aderire, questo significherebbe creare un numero di punti vaccinali di prossimità altissimo, in grado di portare una offerta capillare su tutto il territorio. L’elemento di discrimine dipenderà dal numero di vaccini che arriveranno in regione e che verranno ridistribuiti.