Sarebbe stato un doppio problema tecnico-strutturale a causare, ieri, il crollo della funivia dello Stresa-Mottarone, nel quale hanno perso la vita 14 persone, tra cui due bambini. Oltre alla rottura del cavo, infatti, la Procura di Verbania ha aperto ora un’indagine sul malfunzionamento del freno di emergenza della cabina precipitata a 1.492 metri di quota. “Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema – ha infatti dichiarato il responsabile provinciale del Soccorso alpino, Matteo Gasparini – la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza. Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato”.
Secondo Gasparini, la mancata attivazione del freno “ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo, abbia preso velocità, iniziando a scendere, finendo così catapultata fuori dai cavi di sostegno”.
Quando è giunta la chiamata di emergenza, lanciata alle 12.15 da un passante che ha assistito alla caduta della cabina della funivia, il tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese nella Centrale Operativa del 118, in stretto coordinamento con il personale sanitario, ha inviato sul luogo due elicotteri del Servizio Regionale di Elisoccorso dalle basi di Borgosesia e Alessandria, mentre l’elicottero 118 della base di Torino veniva inviato a Borgosesia e mantenuto in stand by.
Sul posto, le equipe hanno subito individuato i due superstiti e hanno proceduto con le manovre di rianimazione cardiopolmonare prima di stabilizzare i due pazienti, entrambi minorenni, e trasferirli in eliambulanza all’ospedale Regina Margherita di Torino, dove uno è poi morto. Nel frattempo, le squadre a terra del Soccorso Alpino hanno proceduto con il recupero delle salme e con l’estrazione dei corpi che ancora si trovavano nella cabina.