Un sit-in davanti alla sede della Regione Puglia, in via Gentile a Bari, per chiedere a gran voce un incontro urgente con il governatore Emiliano, con l’assessore alla Sanità Lopalco e con il presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone. La manifestazione, organizzata per la mattinata di domani, vedrà riunite le associazioni di categoria Welfare a Levante, Lega Cooperative, Federazione Media e Piccola Impresa Sanità e Agci, sul tema delle criticità che riguardano il mondo delle Residenze sanitarie per anziani e dei centri diurni del territorio regionale.
Le associazioni chiedono, in prima istanza, l’istituzione di un tavolo tecnico permanente sul tema in Regione, che affronti criticità che si ripercuotono su un comparto che, in Puglia, fattura circa 1 miliardo di euro all’anno e intorno a cui ruotano 500 strutture, 40mila pazienti e altrettanti dipendenti. In particolare, oggetto del dibattito con il governo regionale, è l’assegnazione degli infermieri alle Rsa sul modello veneto che, a dire della stessa categoria, è un modello elogiato dalla stessa Regione Puglia: si tratta dell’assunzione degli operatori tramite la Asl e poi, grazie ad una convenzione tra quest’ultima e le singole residenze per anziani o i centri diurni, la loro collocazione nelle strutture, che si farebbero carico del costo delle risorse. Un passaggio fondamentale per la conferma dei requisiti delle stesse Rsa per l’accreditamento istituzionale come “erogatori di prestazioni sanitarie” per conto del sistema sanitario nazionale.
“Un passaggio dall’importanza non marginale – spiega Antonio Perruggini, presidente di Welfare a Levante – considerando che aprirebbe i nostri centri al sovvenzionamento di importanti costi che, soprattutto nel periodo più duro della pandemia da Covid19, le Rsa e i centri diurni pugliesi hanno dovuto sostenere privatamente: tra questi, anche i costi di adeguamento degli spazi e delle procedure alle normative anti-contagio e dello stesso acquisto dei dispositivi di protezione”, conclude.
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