“Pavimenti recuperati e conservati, sono meravigliosi”. A dirlo è il sindaco Antonio Decaro che ha osservato uno dei segreti nascosti della ex Caserma Rossani, in particolare del parco in via di ultimazione e della “Casermetta”, l’edificio caratterizzato da 13 campate, un tempo destinato alle camerate dei militari, che al termine del cantiere ospiterà il più grande Polo bibliotecario del Mezzogiorno.
Oggi e domenica 16 maggio infatti si svolgono le Giornate FAI di Primavera anche a Bari, l’evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi destinati alla tutela del patrimonio culturale italiano giunto quest’anno alla ventinovesima edizione. Per l’occasione nel capoluogo pugliese si sono svolte le visite (con turni sold out in poche ore) alla scoperta degli spazi.
L’intervento di restyling in via di conclusione tra la fine dell’anno e il 2022 riguarda i tre edifici sottoposti a vincolo di tutela, contrassegnati dalle lettere D, E e H, nella zona compresa tra corso Benedetto Croce, via Giulio Petroni e via Gargasole. A partire dalla richiesta formulata da parte della direzione dell’Accademia di Belle Arti di una superficie netta di mq 8.420. L’importo complessivo è di 1.024.875,48 euro, finanziato nell’ambito del “Patto per lo sviluppo della Città Metropolitana di Bari”.
Di seguito, in sintesi, la descrizione delle opere d’arte contemporanea visibili durante le Giornate Fai di Primavera a Bari.
ISBN DANTE E ALTRE VISIONI – Mostra personale di Corrado Veneziano
Lungo un suggestivo percorso all’interno della futura Biblioteca regionale nel Parco Rossani, l’artista Corrado Veneziano presenta 15 grandi tele selezionate dal suo ciclo di 33 opere dedicate alla Divina Commedia di Dante Alighieri: l’unica mostra personale di un autore vivente all’interno del programma ufficiale del Ministero della Cultura selezionata dal Comitato per le celebrazioni 2021 del settimo centenario della morte del Sommo Poeta.
Nella maggior parte di esse, Corrado Veneziano riprende la sua ricerca pittorica sui codici ISBN letterari presentata per la prima volta in una personale a Bari nel 2014,con una serie di dipinti ispirati a capolavori della letteratura antica e moderna. Dispone sulle tele 33 linee (o 34, per l’Inferno) tra loro parallele che si fanno di volta in volta graffi, tende, colonne, e poi righe, tratti e segni elegantissimi su cui in alto campeggiano le parole di Dante e della sua Commedia. In altre tele valorizza un altro codice, l’alfabeto Morse, fatto di linee e punti (memori della lezione di Kandinskij) e così carichi di implicazioni ritmiche, orali e musicali. Sullo sfondo, a salire nella evocazione del viaggio dantesco, un rosso-viola che diventa poi grigio e argenteo. Per affermarsi, tra le terzine purissime del Paradiso, con la pittura soffusa del bianco, del celeste e dell’oro.
NON UNA DI MENO – Istallazione SITE SPECIFIC laser e vetro di Ada Costa
L’istallazione a luce laser e vetro di Ada Costa, per l’ex caserma Rossani, aggiunge l’elemento luce allo spazio dell’opera e individua come materiale ideale per la sua opera concettualmente importante ma fisicamente leggera, il vetro ripetuto in forme geometricamente primarie. Nelle opere di Ada Costa traspare l’autocoscienza, la ricognizione sui nostri confini interiori e non, la riflessione sul senso distruttivo della violenza.
PENSARE A PIEDI – omaggio a Franco Cassano (1943-2021)
All’interno del cantiere della ex Caserma Rossani, in quelli che saranno gli ambienti destinati alla biblioteca, si rende omaggio al sociologo Franco Cassano con un’opera di Jasmine Pignatelli insieme a frames digitali elaborati da Francesco Castellani. Il progetto è a cura della Galleria Misia Arte. “Pensare a piedi” è il titolo del doppio intervento in dialogo che celebra il concetto centrale e originale di Franco Cassano descritto ne “Il Pensiero Meridiano” e l’identità barese in quello che diventerà a breve il tempio del pensiero e della cultura.
TERMOPLAST, 2021 – Daniela Corbascio
Termoplast è un intervento installativo di carattere ambientale e architettonico con cui Daniela Corbascio rielabora la memoria di luoghi oggi dismessi ma ancora vividi nella memoria personale. Per Corbascio l’opera è un incontro con l’insistenza della memoria, quella che sempre i luoghi sanno rievocare. Così la vecchia caserma, nel centro della città, incorpora le tracce e i sedimenti di un immaginario che la collettività conserva nel tempo. Esattamente come l’artista che, posizionandosi su una seduta nel mezzo dello spazio espositivo, trasforma il grande cantiere in un pensatoio intimo e solitario. Roberto Lacarbonara.