La Puglia con 17 bandiere blu conferma anche per quest’anno il forte impegno a tutela dell’ecosistema, posizionandosi al terzo posto della classifica nazionale. Un’attenzione che vede in prima linea Acquedotto Pugliese nella gestione virtuosa dell’intero ciclo dell’acqua e, in particolare, del comparto depurativo. Nel 2020 la società ha destinato 66,2 milioni di euro alla depurazione e nel prossimo triennio destinerà 500 milioni per il potenziamento degli impianti e 104 per la realizzazione di serre solari per l’essicamento dei fanghi.
“Le Bandiere Blu – commenta Simeone di Cagno Abbrescia, Presidente di Acquedotto Pugliese – sono una garanzia di qualità ambientale e di sviluppo sostenibile per i turisti che sempre più numerosi giungono nella nostra regione. Siamo orgogliosi di aver concorso pienamente a questo successo nell’ottica di difendere le acque di balneazione, attraverso una gestione sempre più efficiente del servizio, a tutto beneficio della Puglia, tra le mete turistiche più ambite del panorama internazionale”
“Acquedotto Pugliese – commenta Francesca Portincasa, Coordinatore Industriale e Direttore Reti e Impianti di AQP – promuove una gestione sostenibile delle acque di depurazione e in particolare il loro riuso. Attualmente sono dieci gli impianti di affinamento per il riuso delle acque depurate, di cui quattro per il riuso in agricoltura (Ostuni, Corsano, Gallipoli e Fasano), due per il riuso ambientale (Trinitapoli e Noci).
Con l’introduzione di nuove tecnologie e processi sostenibili nel 2020 abbiamo investito oltre 66 milioni sul comparto depurativo, segno della nostra costante attenzione alla valorizzazione del territorio e dei nostri mari”.
Per la Puglia, nell’ambita classifica 2021 stilata da Ong internazionale Fee (Foundation for Environmental Education), fanno il loro ingresso Bisceglie (Bat), Monopoli (Ba) e Nardò (Le), che si aggiungono alle località già insignite: Isole Tremiti, Peschici e Zapponeta, in Capitanata, Margherita di Savoia per la Bat, Polignano a Mare per il barese, Fasano, Ostuni e Carovigno nel brindisino, Castellaneta, Maruggio e Ginosa, nel tarantino, e Melendugno, Otranto e Salve nel leccese. Tra i numerosi criteri di assegnazione vi sono la qualità delle acque di balneazione, la conservazione della biodiversità dell’ecosistema marino e la conformità alle direttive sul trattamento delle acque di depurazione.
Un importante aspetto sul quale AQP sta dedicando attenzione è la gestione dei fanghi di depurazione. Diversi gli interventi migliorativi nel comparto, tra cui la ristrutturazione delle principali stazioni di stabilizzazione anaerobica, l’installazione di stazioni di disidratazione dei fanghi ad alta efficienza e serre solari per l’essicamento naturale e la progettazione di silos da posizionare su 25 impianti di cui 8 in fase di costruzione e 5 già appaltati.