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Lavoro, settore agricolo: in Puglia il 60% delle aziende ispezionate non è in regola

Pubblicato da: redazione | Ven, 7 Maggio 2021 - 21:00

“Il 60 per cento delle aziende del settore agricolo in Puglia oggetto di ispezioni nel 2020 è risultata non in regola. Una piaga”. E’ quanto denuncia il segretario generale della Flai Cgil Puglia, Antonio Gagliardi, commentando il report diffuso dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro. In particolare, dal report, emergono le diverse problematiche che affliggono ormai da anni il lavoro agricolo nella regione Puglia. Stando ai dati, ad essere alto, è anche il numero di lavoratori in nero scoperti e quello delle violazioni in materia di salute e sicurezza “nell’anno caratterizzato dall’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19”.

Una percentuale di irregolarità che nel 2019 era del 55% e che nel 2020 è aumentata “anche a fronte della riduzione del numero di giornate e di lavoratori iscritti negli elenchi anagrafici dell’Inps rispetto al 2019 – ha sottolineato Gagliardi  – La verità è che nonostante la legge 199/2016 di contrasto al lavoro nero e al caporalato, nonostante l’ottimo lavoro svolto da magistratura e forze dell’ordine, il lavoro di controllo di un territorio così vasto risulta complesso a fronte dell’alto numero di imprese operanti nel settore e di contro delle forze esigue degli Ispettorati. Quel che rimane immutabile è questa cultura che spinge a fare profitto sul sangue e i diritti degli uomini e delle donne che lavorano” – ha spiegato ancora.

In particolare, nel 2020 gli accertamenti definiti in agricoltura in Puglia sono stati 1.167, e le aziende risultate non in regola 688 (il 58,59%). “Parliamo di una media dell’1,5% di imprese ispezionate – commenta il segretario della Flai Puglia – smentendo le lamentele strumentali che arrivano da parte datoriale che denunciano come a seguito della legge 199 si sia militarizzato il territorio”. Le violazioni accertate, nello specifico, hanno riguardato 1.078 lavoratori, e la metà (530) per lavoro nero. Per 164 di loro è stato accertato il caporalato e lo sfruttamento ai sensi del modificato articolo 630bis del codice penale. Per 265 operai agricoli, infine, la violazione interessava norme in materia di salute e sicurezza.

“Un tema, questo della sicurezza, quanto mai fondamentale in questa fase. E per garantirlo serve anche l’intervento delle istituzioni sul versante dell’accoglienza. Per questo torniamo a chiedere che sia la Regione Puglia che l’Inps (sede istituzionale dove è attiva la cabina di regia della Rete del lavoro) di avviare tavoli di confronto e programmazione di interventi, con l’approssimarsi della stagione delle grandi raccolte che richiamerà nella regione migliaia di lavoratori stranieri stagionali. Dobbiamo evitare che si ammassino, che ricorrano come sempre a soluzioni improvvisate, a ghetti già malsani per le condizioni in cui versano. Tutto questo a tutela della loro salute e di quella della collettività. Non ci può essere passività e disinteresse di fronte a questo tema” – ha concluso Gagliardi.

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