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Infanzia e maltrattamenti, la Puglia tra le ultime Regioni per incapacità di prevenire

Pubblicato da: redazione | Mar, 4 Maggio 2021 - 18:00

L’Italia corre a due velocità sul fronte maltrattamento all’infanzia. L’allarme, in particolare, riguarda il Mezzogiorno, mentre per la prima volta il Trentino Alto Adige scala la classifica delle regioni più virtuose. È quanto emerge dalla IV edizione dell’ «Indice Regionale sul maltrattamento all’Infanzia in Italia» realizzato da Fondazione Cesvi e presentato on line alla presenza della ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. Dallo studio emerge l’immagine di un’Italia frammentata.

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In particolare, al Sud il rischio legato al maltrattamento è più alto e l’offerta di servizi sul territorio è generalmente carente o di basso livello. Le otto regioni del nord Italia sono tutte al di sopra della media nazionale, mentre nel Mezzogiorno si riscontra un’elevata criticità. Le ultime quattro posizioni dell’Indice sono occupate da Campania (20%) Sicilia (19%), Calabria (18%) e Puglia (17%). La regione con maggior capacità di fronteggiare il fenomeno del maltrattamento all’infanzia è, nello specifico, il Trentino-Alto Adige che quest’anno per la prima volta ha superato l’Emilia-Romagna, grazie ad un netto distacco dalla media nazionale rispetto ai fattori di rischio.

L’Emilia-Romagna, pur confermandosi la regione con il sistema più impegnato nella prevenzione e cura del maltrattamento all’infanzia, perde però la prima posizione dopo tre anni sul podio. Questo a causa di un peggioramento dei fattori di rischio. Seguono Friuli Venezia Giulia (3%), Veneto (4%) e Umbria (5%). Quest’anno, inoltre, non c’è nessuna regione nel cluster delle regioni «reattive», ovvero che rispondono alle elevate criticità nei fattori di rischio con servizi al di sopra della media nazionale. La Sardegna, nello specifico, è arretrata sulla media nazionale per i servizi, mentre l’Umbria ha registrato un miglioramento nei fattori di rischio che l’ha collocata al di sopra della media nazionale.

Tra le regioni risultate virtuose, ma pur sempre con bassi fattori di rischio e un buon livello di servizi sul territorio, oltre all’Umbria, ci sono sei delle sette regioni della precedente edizione dell’Indice, ovvero Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Veneto, Liguria, Toscana, insieme alla Valle d’Aosta e al Piemonte. Tra le regioni stabili si trova invece solo la Lombardia. Per sostenere i progetti legati all’infanzia a rischio, la Fondazione Cesvi ha recentemente lanciato la campagna sms solidale (al numero 45580) «Quando sarò grande», attiva, in particolare, dal 2 al 22 maggio.

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