Un bando destinato ad attività di comunicazione e ufficio stampa in cui è prevista una remunerazione definita “da fame”. La denuncia giunge dall’Ordine dei giornalisti di Puglia e dall’Associazione regionale della Stampa a proposito dell’avviso pubblico, in scadenza il 31 maggio, varato dall’associazione del Distretto urbano del Commercio di Conversano per il reclutamento di personale destinato ad attività di comunicazione.
“Ci chiediamo per quale motivo il sindaco di Conversano, Lovascio, a capo del Distretto Urbano del Commercio del comune del Barese abbia deciso, nell’avviso pubblico per l’acquisizione di candidature alla mansione di ufficio stampa dello stesso distretto, di prevedere una remunerazione da fame per lo svolgimento di attività complesse e che richiedono particolare esperienza”, scrivono, in una nota congiunta, Ordine dei giornalisti e Assostampa Puglia.
In effetti, la retribuzione stabilita per l’ambito 3 dell’Avviso, quello dedicato alle attività dell’addetto stampa, è di 3.500 euro lordi annui, pari a 292 euro lordi al mese. A fronte di tale remunerazione, il professionista dovrà assumersi la responsabilità delle risorse materiali e immateriali assegnate, curare campagne social, organizzare convegni, collaborare al programma annuale dell’Associazione etc. “Il tutto – si legge nella nota – per un compenso mensile che risulterebbe un’offesa alla dignità dei lavoratori di qualsiasi categoria professionale. Vorremmo sapere in base a quale criterio di mercato il presidente dell’associazione, che è anche sindaco della città, ha deciso tali tariffe per lo svolgimento della professione giornalistica – continuano Ordine e Assostampa – Possiamo solo dedurre che si sia ispirato alla legge della giungla e dello sfruttamento del precariato, a cui un pubblico amministratore qual è un sindaco, invece, dovrebbe sottrarsi”.
Per questa ragione, gli scriventi invitano il Comune di Conversano e i partner del progetto – Confesercenti e Confcommercio provinciali di Bari – a prendere le distanze da quanto pubblicato e a revocare in autotutela l’avviso pubblico. “Magari, ispirandosi alla legge 150/2000 che regolamenta le attività di comunicazione nelle pubbliche amministrazioni o negli enti controllati dalla p.a. – scrivono – e soprattutto osservando un minimo di rispetto nei confronti dell’art. 36 delle Costituzione, che a Conversano ci sembra sia stato del tutto dimenticato”.
(Foto: sito web Comune di Conversano)