Dal 24 febbraio al 12 aprile, la città di Bari, ha avuto 732 morti: quasi il doppio rispetto alla media ponderata degli ultimi 5 anni. E’ quanto emerge dal report effettuato dal Ministero della Salute dal titolo “Andamento della mortalità giornaliera (SiSMG) nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19”. In particolare, Bari ha registrato 77 decessi nella fascia di età compresa tra gli 0 e i 64 anni, 132 (65-74), 227 (75-84) e 297 (over 85). Si tratta di 380 persone in più rispetto alla media ponderata degli ultimi 5 anni.
I periodi presi in considerazione vanno nello specifico, come già detto, dal 24 febbraio del ad aprile. Il maggior numero di decessi nel barese si è verificato tra il 24 e il 30 marzo (125 le persone decedute). Tra il 24 febbraio e il 2 marzo 2020 sono stati 83 (media ponderata degli ultimi 5 anni 59). Dal 3 al 9 marzo 98 (58 media ponderata), dal 10 al 16 marzo invece 105 (48), 123 dal 17 al 23 marzo (55), 101 dal 31 marzo al 6 aprile (54) e infine 97 dal 7 al 13 aprile (56). Secondo i dati Bari fa da fanalino di coda rispetto alle altre città con un tasso di mortalità aumentato del +108%.
Nello specifico, dal rapporto, emerge che l’andamento della mortalità nella maggior parte dei comuni è in linea con i dati di riferimento. Sia al Nord, sia al Centro, si continua a registrare una mortalità superiore all’atteso nella classe di età 65-74. Per quanto riguarda la mortalità per settimana, effettuando una stima tradotta in media giornaliera e classi di età, per la settimana dal 7 al 13 aprile si evidenziano sia al nord, sia al centro sud valori stabili nelle classi di età anziane, con un lieve incremento nelle classi più giovani. Anomalie sono state registrate in merito all’andamento stagionale nel 2020 e nei primi mesi del 2021. In particolare, nel 2020, si sono verificati due picchi di mortalità in corrispondenza dei mesi marzo e aprile e della seconda ondata Covid-19 (ottobre-dicembre). Questo in relazione a parametri riguardanti il picco invernale osservato tipicamente nel periodo di dicembre efebbraio degli anni precedenti.
Nella seconda metà del mese di novembre si è raggiunto poi un ulteriore piccolo, lo stesso è accaduto nel febbraio 2021, con una mortalità che rimane stabile o di poco superiore al valore di riferimento del periodo. Fenomeno che, spiegano nel report, può essere attribuito ad un effetto di allerta nei confronti del virus Sars Cov 2 che ha ridotto la popolazione più fragile esposta. Nei dati relativi al mese di marzo Bari è dunque capolista con quel +108% che pesa su un momento storico che tanto sta gravando per diversi aspetti sulla città. Il capluogo pugliese è seguito da Frosinone (81%) e Campobasso (73%). Le città che hanno registrato dati “migliori” sono infine Perugia (+22%), Napoli (+25%) e Bologna (+26%). Le altre si trovano tutte oltre il 30%. A Cagliari invece la mortalità risulta significativamente inferiore all’atteso.