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Covid, farmaci monoclonali: l’Asl Bari parte con le somministrazioni a domicilio

Pubblicato da: redazione | Mar, 27 Aprile 2021 - 12:00

Farmaci monoclonali somministrati direttamente a domicilio. Dopo l’avvio dei primi trattamenti ospedalieri lo scorso 31 marzo nell’ospedale Di Venere, la ASL di Bari è tra le prime aziende sanitarie in Italia e prima in Puglia ad avviare cure anti-Covid dei pazienti positivi anche a casa con la terapia degli anticorpi monoclonali.

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“La Puglia in questo momento è una delle pochissime regioni italiane ad aver messo a punto un innovativo protocollo operativo per aiutare i pazienti positivi a curare la patologia da Covid ricorrendo ai farmaci monoclonali somministrati direttamente a domicilio – commenta l’assessore regionale alla Sanità, Pier Luigi Lopalco – è un’opportunità in più rispetto alle somministrazioni che vengono già eseguite in ambiente ospedaliero”. La terapia con monoclonali è riservata ai pazienti affetti da Covid19 di recente insorgenza, definiti ad alto rischio di sviluppare forme gravi, secondo le linee guida ministeriali. Il trattamento a casa è un ulteriore passo in avanti della ASL di Bari sempre più orientata a potenziare l’attività sanitaria sul territorio.

“La possibilità di curare i pazienti a casa come se fossero in ospedale, con la stessa sicurezza, si innesta in quel processo mirato a rafforzare i servizi sanitari territoriali ed essere sempre più vicini ai bisogni delle persone – conferma il direttore generale della stessa Azienda sanitaria locale di Bari, Antonio Sanguedolce –  siamo partiti dalla diagnosi della patologia Covid oggi migliore grazie alla recente dotazione di ecografi portatili, saturimetri palmari e kit tamponi per i medici USCA fino ad arrivare ora al trattamento terapeutico con monoclonali”.

Ad eseguire le somministrazioni domiciliari sarà una equipe di Medici Specialisti in Anestesia e Rianimazione, operanti nella Unità operativa di Fragilità e Complessità assistenziale della ASL, coordinati dal dottor Felice Spaccavento, in accordo con il dottor Enrico Lauta, anestesista, responsabile del Centro territoriale Malattie rare. “I pazienti vengono individuati secondo i criteri selettivi indicati da Aifa che tengono conto di parametri quali età, stato di avanzamento della patologia da Covid e patologie concomitanti – spiega il dottor Spaccavento – il trattamento è sicuro e viene eseguito con tutti i dispositivi e le attrezzature necessari in caso di emergenza”.

Il protocollo – elaborato in accordo con il dottor Enzo Gigantelli, direttore del Dipartimento di assistenza e cura territoriali – prevede che l’iniezione del farmaco possa avvenire soltanto dopo la valutazione – da parte della stessa equipe di specialisti – della proposta di eleggibilità di un paziente al trattamento con anticorpo monoclonale anti-COVID 19 richiesta dal medico di Medicina generale, dal medico Usca o dal pediatra di libera scelta. Una volta approvata, il paziente viene contattato per comunicare data e orario di somministrazione del farmaco e modalità operativa domiciliare della somministrazione, vincolata al consenso scritto del paziente stesso. La durata della somministrazione è di circa un’ora: lo stesso tempo dedicato alla osservazione post iniezione. La procedura è stata infine validata dalla unità operativa complessa Gestione Rischio Clinico della ASL.

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