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Banca Popolare di Bari, governo boccia gli indennizzi ai soci che hanno perso tutto

Pubblicato da: redazione | Gio, 22 Aprile 2021 - 13:30
banca popolare di bari

“Una brutta notizia per i risparmiatori traditi della Banca Popolare di Bari. Siamo molto amareggiati, a dir poco insoddisfatti e delusi”. A dichiararlo è l’avvocato Antonio Calvani dell’Unione Nazionale Consumatori che, con i colleghi Corrado Canafoglia, Valentina Greco e Ennio Cerio rappresenta il collegio di difesa di 230 azionisti nel processo in corso a Bari nei confronti degli ex amministratori della banca. In particolare, la dichiarazione, specifica Calvani, arriva perché “ieri il Governo, in Commissione Finanze della Camera, nella persona del sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, Maria Cecilia Guerra, in risposta all’interrogazione dell’onorevole Ubaldo Pagano che chiedeva indennizzi per gli azionisti azzerati, ha bocciato senza mezzi termini la proposta”.

“Nell’interrogazione si accoglievano le nostre sollecitazioni – prosegue Calvani – ponendo con forza all’attenzione del Governo la crisi gravissima che stanno attraversando circa 70 mila famiglie di azionisti della BpB che hanno visto sfumare tutti i loro risparmi e proponendo, come per le banche venete, l’utilizzo del Fondo Indennizzi Risparmiatori. Ma il Governo se ne è lavato le mani, accampando vecchie scuse superate, come la proposta transattiva fatta agli azionisti per un importo di 2,38 euro ad azione, elemosina destinata ad una platea molto ristretta, ossia agli azionisti che avevano aderito all’aumento di capitale del 2014 e 2015”.

“Anche la risposta formale e burocratica che il Fondo attualmente vale solo per le banche in liquidazione o in risoluzione, è una presa in giro – ha proseguito Calvani –  visto che quello che si chiedeva era appunto di ampliare le fattispecie del Fir o considerare altre ipotesi come il Fondo Baretta. Quanto all’ipotesi di aiuto di Stato, evidentemente al Governo non hanno letto la recente sentenza della Corte di Giustizia europea sulla vicenda Tercas. A questo punto – conclude – ci rivolgiamo direttamente al presidente Draghi, nella certezza sia più informato delle vicende europee rispetto ai sottosegretari del suo Governo”.

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