La terza ondata. I vaccini omologati in Europa, Stati Uniti, Cina e Russia. La mutazione del virus che rende quei vaccini meno efficaci. Il mondo nel caos e una spy story che si intreccia con la vita personale e le passioni di un 50enne che si dibatte tra la pandemia e la ricerca della verità sulla morte di un giovane ricercatore cinese.
Si snoda tra fatti previsti e impensabili anche solo qualche mese fa, fantasia e fatti realmente accaduti, “Se tutto andrà bene”, (Florestano Edizioni, 155 pg., 13 euro) il romanzo di esordio di Gianluigi Conese, comunicatore d’impresa, pubblicato lo scorso dicembre, ben prima che quanto previsto accadesse davvero. Tutto inizia a Bari nell’aprile 2020, durante il primo lockdown. Sandro, single cinquantenne e traduttore di testi scientifici dal cinese, si trova coinvolto accidentalmente in un fatto realmente accaduto all’inizio della pandemia: la misteriosa uccisione di un ricercatore cinese dell’Università di Pittsburgh vicino a importanti scoperte sull’origine del coronavirus. La sua vita, che in quel periodo inizia a intrecciarsi con quella di due coppie entrate in crisi, da quel momento cambia. Tra amicizie tradite, passioni travolgenti e riscatti sociali, Sandro riscopre una passione datata, la scrittura, che lo porta a formulare un’ipotesi audace ma verosimile sulla morte del ricercatore cinese. Audace ma verosimile è anche la predizione su come il mondo si libera improvvisamente del ‘Covid-19’ nel 2021 e quella su ‘Lab-23’, un nuovo virus fuoriuscito da un laboratorio. Stile fluido e trama incalzante con un ambizioso gioco di specchi tra la finzione narrativa e l’incubo che stiamo vivendo, con un finale che lascia sospesi proiettando il lettore nel 2023.