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Scambio di casa popolare? A Bari si potrà fare solo partecipando ad un bando

Pubblicato da: redazione | Mar, 20 Aprile 2021 - 15:30

Per “scambiare” la casa popolare con un’altra bisognerà ora partecipare ad un bando. Nella giornata di ieri il Consiglio comunale, su proposta dell’assessore all’Edilizia residenziale pubblica Vito Lacoppola, ha approvato il nuovo programma di mobilità negli alloggi di edilizia residenziale pubblica, come previsto dalla legge n. 10 del 7/4/2014.

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Tenuto conto che la mobilità negli alloggi di edilizia residenziale pubblica rappresenta un diritto in capo a nuclei familiari legittimi assegnatari, il cambio di alloggio si pone come esigenza fortemente avvertita da parte di quei nuclei che, in considerazione del mutamento delle proprie condizioni (dovuto a sovraffollamento o sottoutilizzo dell’alloggio, peggioramento delle condizioni di salute di componenti della famiglia, circostanze esterne o altre esigenze), necessitano di avvalersi dell’istituto della mobilità.

In questa prospettiva l’approvazione del programma di mobilità è il passaggio propedeutico alla pubblicazione di un bando di concorso ad hoc che da un lato stabilisca i requisiti per l’accesso a tale istituto, dall’altro individui gli alloggi da mettere a disposizione per tale finalità. Ad oggi, infatti, la mobilità negli alloggi di edilizia residenziale pubblica è consentita solo nella forma del cosiddetto “scambio consensuale”, salvo motivate ed eccezionali ipotesi da valutarsi caso per caso.

“Con la pubblicazione del bando vogliamo eliminare qualsiasi forma di discrezionalità in una pratica che attiene ad un diritto dei cittadini legittimi assegnatari di un alloggio di edilizia residenziale pubblica – spiega l’assessore Vito Lacoppola -. Si tratta del primo bando pubblico di mobilità degli alloggi per la città di Bari che punterà da un lato ad istituzionalizzare la pratica del cosiddetto “scambio consensuale”, ponendo dei criteri fissi per cui è possibile accedervi a fronte di esigenze reali, dall’altro a razionalizzare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica cittadino riorganizzandolo in base alle reali esigenze dei cittadini. Il bando avrà cadenza annuale perché la cosa che più ci preme è poter intervenire in maniera costante per facilitare la mobilità degli alloggi in favore di nuove situazioni di difficoltà o per migliorare le condizioni di vita di alcuni nuclei assegnatari che devono far fronte a modifiche del proprio assetto originario. Crediamo che questa sia un’ulteriore scelta di trasparenza e concretezza che stiamo mettendo in campo per le pratiche di gestione e assegnazione del patrimonio residenziale pubblico. Un particolare ringraziamento va alle organizzazioni sindacali degli inquilini, il cui supporto è stato fondamentale per la redazione del programma e lo sarà ancora di più nell’elaborazione del bando”.

Nello specifico, il programma, presentato e approvato ieri, ha come finalità l’eliminazione delle condizioni di sottoutilizzo o sovraffollamento degli alloggi pubblici e il soddisfacimento di istanze provenienti da nuclei familiari in condizioni di disagio abitativo, economico e sociale. Il programma di Mobilità 2020 si attua attraverso la pubblicazione di un apposito bando di concorso, a cadenza annuale, mettendo a disposizione dei nuclei familiari richiedenti la mobilità, gli alloggi assegnati in cambio, quelli di risulta e una aliquota non superiore al 10 % degli alloggi di nuova assegnazione.

Il bando dovrà essere predisposto sulla base dei seguenti elementi:

  • verifica dello stato d’uso e di affollamento degli alloggi, con conseguente individuazione delle situazioni di sovra e sotto affollamento secondo le classi di gravità in relazione alla composizione dei nuclei familiari;
  • verifica della presenza di componenti dei nuclei familiari occupanti alloggi inidonei in relazione a disabilità certificata per uno o più componenti;
  • formazione di una graduatoria degli assegnatari aspiranti alla mobilità, mediante la pubblicazione periodica di appositi bandi da emanarsi a cura del comune secondo scadenza e modalità definite d’intesa con l’ente gestore, garantendo la diffusione nei confronti degli assegnatari.

Tra le condizioni più importanti per la partecipazione al bando c’è il sottoutilizzo o il sovraffollamento dell’alloggio in rapporto alla dimensione del nucleo familiare. L’alloggio adeguato, infatti,  non deve essere inferiore a: 45 mq per nuclei familiari composti da una o due persone; 55mq per nuclei familiari composti da tre persone; 70 mq per nuclei familiari composti da quattro persone; 85 mq per nuclei familiari composti da cinque persone; 95 mq per nuclei familiari composti da sei persone e oltre.

Le motivazioni valutate nelle domande di partecipazione al bando possono essere:

  • inidoneità dell’alloggio per sottoutilizzo rispetto agli standard abitativi da parte di soggetti anziani di età superiore ai 65 anni, in ragione del numero di persone componenti il nucleo familiare assegnatario che abita l’alloggio assegnato;
  • inidoneità dell’alloggio per sovra/sottoutilizzo in ragione del numero di persone componenti il nucleo familiare assegnatario che abitano l’alloggio assegnato in base allo standard abitativo;
  • necessità di avvicinamento al luogo di lavoro, cura e/o assistenza con mobilità in altro quartiere o altro Comune (nel caso di alloggi, siti in altri Comuni della provincia) in presenza di anziani di età superiore ai 65 anni o disabili in condizioni certificate di invalidità superiore al 66% (per i minori si prescinde dalla percentuale di invalidità), handicap permanente e grave, non autosufficienza e/o patologie gravi e documentate;
  • inidoneità dell’alloggio e/o immobile a garantire normali condizioni di vita e di salute determinata dalla presenza di anziani o disabili.

Nell’attuazione del programma di mobilità il Comune e l’ente gestore favoriranno la scelta della zona di residenza da parte dell’assegnatario ovvero la permanenza nello stesso quartiere, garantendo altresì il miglioramento o il mantenimento delle precedenti condizioni abitative. Sarà concessa priorità ai cambi di alloggio degli anziani disposti a liberare alloggi sovradimensionati per le loro esigenze per trasferirsi in alloggi più piccoli. Per ciascun assegnatario sarà ammesso un solo cambio nell’arco di cinque anni, salvo l’insorgenza di situazioni gravi e imprevedibili.

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