La riabilitazione motoria e respiratoria comincia subito nel letto in ospedale. È dedicato ai pazienti di terapia sub intensiva in condizioni meno critiche il programma di riabilitazione precoce Covid avviato nel plesso delle maxi emergenze della Fiera del Levante gestito dal Policlinico di Bari. All’interno dei moduli, oltre al personale di Pneumologia, sono impegnati nove fisiatri e tre fisioterapisti. (video in basso)
I professionisti dell’unità operativa di Medicina fisica e riabilitativa del Policlinico di Bari svolgono quotidianamente attività non solo per i pazienti di Terapia sub intensiva, ma anche per i pazienti in Rianimazione con consulenze ad hoc. Per ogni malato i fisiatri, con il contributo degli pneumologi, formulano un percorso di riabilitazione motoria e respiratoria e i fisioterapisti impostano un programma che si articola in più sedute durante in giorno. La riabilitazione precoce, che viene avviata già in fase acuta, infatti, contribuisce a ridurre la degenza media in ospedale e al miglioramento della qualità della salute del paziente.
“Il modello della struttura in Fiera dedicata alle maxi emergenze con ambienti unici e senza differenze di reparto ci ha permesso di poter contare su diversi specialisti tra cui anche i fisiatri che ci aiutano a gestire i pazienti Covid che richiedono una riabilitazione motoria e respiratoria – spiega la professoressa Elisiana Carpagnano, direttrice dell’unità di Pneumologia del Policlinico di Bari – La multidisciplinarietà è particolarmente preziosa perché riduce i tempi delle degenze: il paziente prima riacquista forza muscolare, prima andrà a casa. Quello in Fiera è un modello virtuoso di cui siamo orgogliosi. Il paziente, inoltre, ha un approccio molto proattivo verso la riabilitazione, è estremamente contento di questa esperienza dopo essere stato confinato per giorni nel letto: occuparsi di se stesso lo incoraggia e gli da forza per affrontare la malattia. Attraverso questo percorso stiamo osservando una più ridotta degenza del paziente che recupera più velocemente e va a casa senza passare da un reparto di riabilitazione in condizioni cliniche ottimali”.
“Il fisiatra nella gestione dei pazienti Covid contribuisce alla prevenzione di complicanze da sindrome da allettamento, che incidono negativamente sulla patologia di base, favorisce il ricondizionamento muscolare, collabora assieme allo pneumologo alla progressiva riduzione della ventilazione assistita, all’incremento della compliance e clearance polmonare – spiega la professoressa Marisa Megna, ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa e direttrice dell’unità operativa di Medicina fisica e riabilitazione e USU del Policlinico di Bari – La precoce presa in carico riabilitativa dei pazienti Covid, inoltre, garantisce un miglior recupero funzionale, a medio e lungo termine, e questo rappresenta un contributo fondamentale nella cura e nell’assistenza del Covid soprattutto in considerazione del fatto che ci possono essere esiti invalidanti della malattia e che l’età di questi pazienti si è ridotta a 52-53 anni. La formulazione di un progetto riabilitativo da parte del fisiatra con il suo team composto da fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali e dal neuropsicologo diventa così indispensabile”.