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Foggia, si ribellò al racket e venne ucciso: “No dalle agenzie funebre ad un manifesto per ricordarlo”

Pubblicato da: redazione | Gio, 8 Aprile 2021 - 14:30

Testimoniò 29 anni fa contro l’assassino dell’imprenditore foggiano Giovanni Panunzio, ucciso per essersi ribellato al racket, e oggi «nessuna agenzia funebre ha voluto fare un manifesto per ricordare Mario Nero perché un testimone di giustizia a Foggia è un infame». Lo denuncia Giovanna Belluna, nuora di Giovanni Panunzio, il costruttore foggiano assassinato il 6 novembre del 1992 per aver denunciato una richiesta estorsiva di due miliardi.

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Belluna ne parla nel corso di un reportage del giornalista Francesco Palese che andrà in onda stasera nel programma ‘Anni 20’, dalle 21.20 su Rai Due. Nero, che viveva da dieci anni sotto protezione, è scomparso lo scorso gennaio. Per questo Belluna e suo marito Michele, figlio di Panunzio, hanno deciso di creare un manifesto in sua memoria e di affiggerlo in città. Dato che nessuna agenzia funebre, come riferiscono, ha voluto farlo, hanno deciso di realizzarlo autonomamente, su un grande foglio di carta, che hanno attaccato su un muro davanti alla sede dell’associazione che porta il nome dell’imprenditore assassinato.

Michele Panunzio, che 29 anni fa fece un appello ai cittadini a collaborare, racconta di avere avuto «grandi problemi a tutti i livelli» e di non aver «più potuto lavorare con l’impresa» di suo padre: «Sono stato intralciato in tutti i modi». Nello stesso servizio il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, spiega che «il territorio di Foggia, per la sua estensione e per le problematiche, avrebbe bisogno di tre Procure della Repubblica e di una sezione distaccata della Dda». «Quando chiediamo agli imprenditori o alle vittime di reati collaborazione – spiega – sapere che c’è un presidio sul territorio è importante». Secondo quanto riferito nel servizio, il procuratore avrebbe scritto anche al ministro della Giustizia per chiedere una maggiore presenza sul territorio.

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