La consigliera regionale del M5S Antonella Laricchia ieri ha presentato un esposto in Procura a Bari sulla mancata risposta della Regione a tre richieste di accesso agli atti, fatte a partire dallo scorso dicembre.
“Piuttosto che attivare i presidi ospedalieri esistenti – commenta Laricchia – si è scelto di realizzarne uno nuovo presso la Fiera del Levante. I costi sono lievitati in un attimo ma questo, diciamo amaramente, si può definire un fenomeno da copione. Il vero tocco di originalità nella vicenda è stato l’essersi dimenticati dei bagni per i pazienti e la quasi impossibilità di trovare personale medico disposto a lavorarci”.
“L’appalto – prosegue Laricchia – è stato affidato a due ditte, di cui una con un curriculum con presunte nella gestione delle risorse: dalla vicenda del Petruzzelli, al presunto pagamento del pizzo alla ‘Ndrangheta in Basilicata, fino a una lottizzazione anomala a Cellamare come si apprende da alcuni articoli di stampa. Da dicembre chiedo le carte per capire i meccanismi su questo appalto in Fiera del Levante, portare la verità ai cittadini e quindi la loro voce, come ho fatto per la nuova Sede del Consiglio Regionale”.
“Il 12 dicembre scorso – spiega -, avevo chiesto la convenzione tra Protezione Civile e Fiera del Levante, nonché di conoscere i costi. Il 15 gennaio mi avevano risposto, limitandosi a dirmi che ‘con riferimento all’uso degli spazi non è stato stipulato alcun atto negoziale dalla Regione, poiché la requisizione è stata effettuata dal Commissario Straordinario Arcuri’. Così, ho riformulato la richiesta il 20 gennaio, chiedendo copia del progetto definitivo, esecutivo, dell’atto di collaudo e degli ordini di servizio eventuali, nonché di conoscere le strumentazioni e il numero di personale chiamato a prestare servizio. Non ho mai ricevuto risposte, nonostante i solleciti del 22 febbraio e del 15 marzo”.
“Nel frattempo, si è saputo che la Guardia Di Finanza sta facendo chiarezza sulla vicenda e ho ritenuto doveroso informare la Procura di Bari rispetto a queste mancanze: non rispettare una richiesta di accesso agli atti di un cittadino è grave, a maggior ragione lo è quando si tratta di un consigliere regionale, che rappresenta tanti altri cittadini, che attendono chiarezza sul modo in cui vengono spesi i loro soldi”, conclude Laricchia.