Dal 29 marzo sono partite le vaccinazioni per le persone con elevata fragilità, ma non tutti stanno riuscendo ad ottenere risposte concrete dai medici di famiglia in merito alla tempistica dei vaccini. La Regione ha infatti disposto che le persone con elevata fragilità (per rischio elevato di sviluppare forme gravi di Covid-19, a causa di un danno d’organo preesistente, per una malattia rara o per una compromissione della risposta immunitaria a SARS-CoV-2 e per grave disabilità fisica, sensoriale, intellettiva, psichica) seguono un percorso dedicato: attendono la chiamata da parte del centro specialistico di cura se sono estremamente vulnerabili o da parte del medico; se hanno una grave disabilità ai sensi della legge 104 del 1992 art. 3 comma 3, contattano il proprio medico.
Ed è qui che i buoni propositi e gli annunci si scontrano con la realtà. Tanti infatti stanno contattando i medici di famiglia e stanno ricevendo la stessa risposta: “Noi non ne sappiamo nulla, attendiamo con voi”.
“Io ho la sclerosi multipla – ci racconta un cinquantenne – ci avevano detto che dovevamo essere contattati dai medici di base, ma nulla è avvenuto. Allora ho chiamato io e mi dice: “Io non so nulla, non so come aiutarti, bisogna rivolgersi al centro diagnostico”. Contatto il centro diagnostico e mi mandano email in cui mi dicono i vari comportamenti da tenersi e mi dicono che non tocca a loro farlo. Insomma non sappiamo nulla e siamo in attesa”. La storia che ci è stata raccontata non è l’unica. E tutti stanno ricevendo la stessa risposta dai medici di famiglia.