È cominciato quest’oggi, nel Tribunale di Bari il processo nei confronti di 14 imputati, accusati dei reati di bancarotta fraudolenta e auto-riciclaggio in merito al crac delle due società del gruppo imprenditoriale Fusillo di Noci. Il procedimento ha preso avvio con le richieste di costituzione di parte civile delle curatele fallimentari delle società Fimco e Maiora, della nuova gestione della Banca popolare di Bari e di quattro azionisti. Inoltre, su richiesta delle parti civili, i giudici hanno disposto anche la citazione della Banca come responsabile civile.
Il processo si celebra in via Dioguardi e non ha subito alcun rinvio a per emergenza sanitaria dal momento che tre imputati sono sottoposti a misura cautelare: in particolare, Gianluca Jacobini, ex condirettore generale della Popolare di Bari, Nicola Loperfido, ex responsabile della direzione Business e l’imprenditore Girolamo Stabile. I primi due sono in regime di arresti domiciliari dallo scorso 29 settembre e, per loro, le due difese hanno annunciato di voler depositare nei prossimi giorni istanza di revoca della misura cautelare.
Nello stesso processo risultano imputati anche l’ex presidente della banca, Marco Jacobini, sottoposto alla misura interdittiva, otto imprenditori e altri ex dirigenti dell’istituto di credito, tra i quali l’ex amministratore delegato Giorgio Papa. Secondo quanto appurato dalle indagini della guardia di finanza, gli imprenditori, con la complicità dei vertici della banca, avrebbero dissipato i beni aziendali con cessioni di quote e immobili per almeno 93 milioni di euro fino al 2019 e accumulato debiti stimati in circa 430 milioni di euro. Si torna in aula il 18 maggio.