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Scuole verso la riapertura. Draghi: “Fino a prima media”. Norma su vaccini per gli operatori sanitari

Pubblicato da: redazione | Ven, 26 Marzo 2021 - 14:22
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Verso la riapertura delle scuole fino alla prima media. E’ quanto annunciato dal presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso della conferenza stampa da Palazzo Chigi. Una conferenza che, ha spiegato Draghi, serve anche per chiarire i dubbi sugli orientamenti della cabina di regia che oggi, come ogni venerdì, è chiamata a determinare i nuovi colori delle regioni.

“Il ministro dell’Istruzione Bianchi— ha spiegato Draghi nel corso della conferenza — sta lavorando affinché la riapertura avvenga in modo ordinato e in alcuni casi sarà possibile effettuare alcuni test. Parlare di azione estensiva e globale è però un’esagerazione”. Parole che, come riporta anche il Corriere della Sera, smentiscono che il rientro nelle aule sarà condizionato all’effettuazione dei testi di massa settimanali nei confronti della popolazione studentesca, così come si vociferava qualche tempo fa.

L’allentamento delle restrizioni, ha specificato Draghi, “E’ possibile grazie ad alcuni segnali incoraggianti arrivati dalla cabina di regia”. Si tratta dei numeri sulle curve del contagio che negli scorsi giorni hanno mostrato un calo del tasso, ma anche, sottolinea il premier, per le evidenze scientifiche che mostrano come la scuola primaria non sia di per sè una fonte di contagio. “Ma lo sono — ha specificato — tutte le attività para e peri-scolastiche. Per questo è opportuno mantenere tutte le altre restrizioni”. Draghi è intervenuto anche in merito ai vaccini, specificando che il governo interne intervenire sugli operatori sanitari non vaccinati procedendo con una norma, sulla quale starebbe lavorando proprio in queste ore la ministra della Giustizia, Marta Cartabria.

“Starei attento a fare contratti – ha commentato infine Draghi rispondendo ad una domanda sul vaccino Sputnik – perché ieri la presidente della Commissione europea ha messo in luce come, da un’indagine fatta dalla stessa commissione, possono produrre massimo 55 milioni di dosi, di cui il 40% in Russia e il resto all’estero. È un vaccino in due dosi, a differenza di Johnson & Johnson, e all’Ema non è stata ancora presentata formale domanda su questo ma sta facendo review delle varie componenti e non si prevede che l’Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarebbe disponibile nella seconda parte dell’anno”.

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