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Bari, bufera sul trasferimento di personale e reparti dal San Paolo a ospedale Fiera. I sindacati frenano la Asl

Pubblicato da: redazione | Ven, 19 Marzo 2021 - 15:53

Personale sanitario verso il trasferimento dall’ospedale San Paolo alla struttura campale Covid in Fiera del Levante a Bari, i sindacati si oppongono all’eventuale chiusura di alcuni reparti a causa dell’insufficienza di medici e infermieri. E’ quanto emerge dall’incontro con la direzione generale, una soluzione che quindi non implementerebbe l’assistenza ai cittadini ma che consente solo l’accentramento delle risorse per affrontare la terza ondata.

I sindacati hanno innanzitutto respinto l’ipotesi di chiusura della Rianimazione e della Pneumologia dell’ospedale San Paolo e il conseguente trasferimento dei posti letto in Fiera, “evidenziando – si legge nella nota – che una operazione di questo tipo non solo non aggiunge un posto letto all’attuale offerta dei servizi, ma impoverisce l’ospedale San Paolo mettendone a rischio l’erogazione delle prestazioni in sicurezza”.

“Dopo aver peraltro mostrato le difficoltà giuridiche di trasferimento del personale della Asl all’interno di una struttura del Policlinico di Bari abbiamo proposto alla direzione generale di pubblicare un avviso di manifestazione di interesse rivolto al personale della Asl che fosse interessato a dare la disponibilità, volontariamente a trasferirsi per un periodo definito e ipotizzato in 60 giorni”.

La Direzione Generale della Asl Bari ha quindi accolto la proposta sindacale e si è impegnata a pubblicare la manifestazione di interesse specificando le modalità di assegnazione del personale: incentivi economici, durata dell’assegnazione, condizioni di sicurezza sul lavoro, copertura assicurativa contro gli infortuni sul lavoro, responsabilità professionale.

“L’obiettivo è la salvaguardia delle funzionalità dell’ospedale San Paolo e garantire peraltro oltre che le attività di Anestesia e Rianimazione e Penumologia e Utir ma anche le attività di supporto che devono essere garantite come la Cardiologia e Emodinamica, pronto soccorso, Chirurgia generale, Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia”, conclude la nota di Fp/Cgil, Cisl/Fp, Uil/Fpl e Fials.

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