“Essere la prima donna presidente del Consiglio regionale per me significa lasciare un segno”. A parlare è Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale pugliese che, a distanza di alcuni mesi dalla sua nomina, esprime l’importanza dell’attribuzione di un ruolo così prestigioso ad una donna. “Voglio farlo con le donne elette in Consiglio e con tutte le amministratrici di Puglia, di maggioranza e opposizione”, ha proseguito Loredana Capone, annunciando la volontà di costituire la rete regionale delle donne elette (prevista dalla legge regione n.7 del 2007 e mai attuata).
“Una rete importantissima – spiega il presidente del Consiglio regionale – che valorizzerà il ruolo delle donne e ci consentirà di condividere progetti e buone prassi che possono essere replicati su altri territori, di stabilire percorsi comuni sugli organismi di parità, confrontarci sulle politiche”. Una rete che, a suo dire, dovrà inoltre “essere quel luogo in cui i fabbisogni diventano agenda, in cui potenziare le competenze, organizzare momenti di formazione e informazione, promuovere azioni comuni, attraverso cui portare le esigenze dei nostri territori all’attenzione della Regione, per modificare le leggi oppure introdurne di nuove”.
Loredana Capone non ha tralasciato di ammettere come, la Puglia, sia ancora molto indietro su alcune questioni che hanno direttamente a che fare con il genere: “La percentuale delle donne occupate è ferma al 32% e nei Comuni la disparità tra uomini e donne fa rabbrividire – ha spiegato – Nei Comuni con più di 15mila abitanti abbiamo: 62 sindaci uomini contro solo 5 donne e 785 consiglieri uomini contro 306 donne. E anche in quelli più piccoli la situazione non migliora: 160 sindaci uomini contro 17 donne, 1223 consiglieri uomini contro 695. È evidente che manca la democrazia in questi numeri”, ha concluso il presidente del Consiglio regionale.