“Ancora una volta, nessuno ha visto e sentito nulla. Assurdo!” Le parole, affidate alla suo profilo Facebook, sono quelle di Don Francesco Preite, parroco della chiesa del Redentore, nel quartiere Libertà di Bari, nelle cui vicinanze, ieri, si è consumato un agguato mortale nel quale è stato ucciso un ragazzo di 28 anni di origini albanesi. Don Francesco racconta di essersi accorto di quanto avvenuto mentre, ieri pomeriggio, si stava recando in oratorio e, passando per piazza Redentore, ha visto via Petrelli bloccata da una macchina della polizia.
“Sorpreso sono andato a vedere cosa fosse successo. Mentre mi recavo con tanta preoccupazione, vedevo attorno a me persone voltare le spalle e andare subito a casa, chiudere velocemente portoni e abbassare saracinesche”, racconta il parroco, sottolineando il clima di paura ma anche di omertà che serpeggia tra la cittadinanza di un quartiere colpito dall’ennesimo fatto di sangue come questo. “Allora la preoccupazione si fa certezza. Accelero il passo. In via Petrelli vedo operatori della polizia scientifica segnare la scena del crimine – scrive Don Francesco Preite – Sbalordito, rimango colpito da un minore che gioca con il suo telefonino sul balcone sopra l’androne del palazzo nel quale è stato ritrovato morto un ragazzo albanese di 28 anni, ucciso con tre proiettili”.
Un fatto gravissimo che, nonostante sembra non essere riconducibile ad un gesto della criminalità organizzata, secondo quanto riferito dal parroco nello stesso post, rappresenta un episodio di violenza e sangue che non può considerarsi affatto normale e che alla comunità del quartiere non fa bene. “Non è normale educare i ragazzi al bene senza riuscire a proteggerli da episodi così violenti – è lo sfogo di Don Francesco Preite, che prosegue – Da una parte si racconta la vita, dall’altra il suono cupo e muto della morte. È normale questo? I ragazzi come devono crescere in un contesto così violento e mortifero? Quando comprenderemo che il prendersi cura, l’educare riguarda tutti?”.
E, provando a fare appello alla sua gente affinché abbatta il muro di omertà che circonda simili avvenimenti, il parroco ricorda alla cittadinanza intera che “prendersi cura specialmente del più piccolo, educare è un compito di tutta la comunità: di chi vede e parla, di chi sente e denuncia, di chi educa ed opera, di chi crede in una società più giusta e lotta. La violenza non può essere tollerata, mai! – prosegue nel suo post – Non si può restare inermi, nemmeno in tempo di pandemia. Ognuno faccia la sua parte, anche chi ha l’opportunità per rafforzare la prevenzione educativa nel quartiere Libertà di Bari, il più giovanile della città.