Protesta delle famiglie contro la nuova ordinanza della Regione Puglia che impone la chiusura delle scuole nelle province di Bari e di Taranto a causa dell’aumento dei contagi. Gli istituti quindi devono attivare forme di frequenza a distanza, garantendo però la presenza in classe ai figli dei lavoratori essenziali, ad esempio del personale sanitario.
Una clausola che ha mandato su tutte le furie le famiglie, che hanno inondato di commenti la bacheca Facebook del presidente Michele Emiliano.
“Scondo me i lavoratori essenziali sono tutti quelli che lavorano nelle aziende con i codici ateco che non chiudono in caso di lockdown – si legge in un commento – . Qualche avvocato che può aiutarci a capire? Anche riguardo a quello che succede nelle altre regioni”. “Secondo me c’è una grave discriminazione tra figli dì lavoratori essenziali e meno .Che senso ha poi?Se c’è un virus che corre nelle scuole, c’è per tutti, non credo salti i figli “privilegiati”.
Sotto accusa anche la corsa alle vaccinazioni per il personale scolastico. “Personale scolastico vaccinato = Scuole chiuse!Perché sono stati vaccinati. A quel punto si dava priorità ad altre categorie”.
“Sa cosa c’è di essenziale? La scuola, si solo la scuola. Nessun’altra cosa. La scuola. E voi che fate e lei che fai? – si legge in un altro post – La chiude. Non avete saputo fare altro che chiudere le scuole. Da novembre che avete tentato di chiuderle e abbiamo combattuto per mandare i nostri figli a scuola e grazie a Dio siamo riusciti a mandarli in presenza fino ad oggi. Sarà la decima ordinanza di chiusura. Se aveste avuto lo stesso rigore per tutto il resto, magari la terza ondata non sarebbe mai arrivata”.
“Non capisco perche i figli di infermieri si è altri no… Perché gli altri genitori non lavorano?”
“Signor Presidente ma oltre a farsi consigliare dai virologi non può sentire anche il parere di qualche psicologo. La DAD per un bambino di 5 anni non esiste. Le mamme lavorano ed i figli sono soli tra tv e iPad. Lei pensa che questo sia fare il bene per questi bambini, ma si sbaglia”.