A Bari gli isolati sono 3.738 di cui positivi 2.842 (erano 2.293 appena 24 ore prima). Numeri che fanno pensare all’inizio della terza ondata Covid, ma oltre alle cifre ci sono i racconti diretti dei medici di base schierati in prima linea a sostegno dei pazienti. Un messaggio social del medico Ivo Vulpi, dimostra la brusca accelerazione dei positivi in città.
“Questo è l’armadietto di ambulatorio di mio nonno, usato da mio padre ed ora da me – scrive Vulpi -. E’ alto circa 165 cm. Perché ve lo mostro? Perché non avrei mai pensato di usarlo come unità di misura per la lunghezza degli appunti inerenti i contagi da segnalare in un solo giorno di ambulatorio. Nella maggior parte dei casi il contagiante è il più giovane in età adolescenziale o post adolescenziale”.
“Sono colpevoli anche le allegre cene in famiglie numerose. Al mio accenno di rimprovero la disarmante risposta è: “e che ne sapevamo?”. Attenti, amici e pazienti, i medici di medicina generale occupano l’ultima trincea, e anche questa sta per cadere. Quando cadrà salteranno le terapie, le prescrizioni, le certificazioni, le prenotazioni di tamponi, i consigli quotidiani. 100 telefonate al giorno di cui almeno venti con la domanda “a me quando tocca a vaccinarmi?” e 70 “com’è che non sono ancora venuti a farmi il tampone?” mettono a dura prova la resistenza del vostro medico. Il telefono stanca”.
“Bisogna stare a casa e bisogna (lo dico ai genitori preoccupati dell’ equilibrio psicofisico dei loro fragili ragazzi adolescenti) pensare che tutti questi lavoratori reclusi a casa per colpa dei loro bimbetti che devono andare per forza a farsi la birretta in centro con gli amici, faranno crollare l’INPS e i loro datori di lavoro che licenzieranno i dipendenti”, conclude Vulpi.