La Guardia di Finanza di Altamura – coordinata dal I Gruppo Bari – nell’ambito di un’attività investigativa d’iniziativa nel settore degli aiuti in campo agricolo, ha deferito tre soggetti alla Procura della Repubblica di Bari per “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” a seguito di illecite percezioni per oltre 218.000 euro.
I tre, residenti ad Altamura (BA), avevano dichiarato all’Agenzia Generale per le erogazioni in Agricoltura (AGEA) di aver avviato da otto anni una fittizia attività agricola al fine di ottenere l’assegnazione gratuita dei “titoli della Riserva Nazionale” e creare i presupposti di fatto e di diritto per percepire “contributi pubblici comunitari”.
La Politica Agricola Comune (prevista dal Trattato istitutivo delle Comunità) ha una notevole importanza – impegna circa il 38% del bilancio dell’Unione europea – e si ispira a criteri di sviluppo ecosostenibile e di sostegno agli agricoltori – con particolare riferimento ai giovani, a coloro che operano in zone soggette a vincoli naturali e/o all’interno di mercati a basso reddito – riducendo le sperequazioni all’interno dell’Unione Europea.
Le indagini eseguite dalle Fiamme Gialle hanno permesso di ricostruire, a partire dall’anno 2011, l’intera vicenda concernente la richiesta di contributi pubblici relativi alla coltivazione di oltre 12 ettari di terreno di proprietà del Comune di Altamura, concessi in locazione a un anziano signore. Nello specifico, al fine di ottenere i “titoli gratuiti” dall’AGEA, uno dei tre indagati (di concerto con gli altri due) ha simulato il subentro nella conduzione dei terreni comunali, dichiarando falsamente di aver avviato una nuova attività e di non avere, nei cinque anni antecedenti, gestito una società agricola. Il presunto “nuovo agricoltore” è risultato, invece, ricoprire la qualità di socio di una impresa agricola, da oltre trent’anni, insieme agli altri due soggetti.
I Finanzieri, inoltre, hanno deferito i tre soggetti alla Corte dei Conti di Bari, in relazione al danno erariale cagionato per oltre 218.000 euro, e provveduto ad elevare sanzioni amministrative e alla segnalazione dei fatti all’Organismo pagatore (AGEA), per la sospensione di ulteriori erogazioni e per il recupero dell’illecito percepito.