Il Consiglio di Stato si è espresso ieri in merito al ricorso presentato da due genitori di Bolzano contro il governo centrale, la Provincia autonoma di Bolzano e il dirigente scolastico dell’istituto frequentato dalla figlia di 9 anni. Quest’ultima, perfettamente sana, nei mesi scorsi aveva iniziato a manifestare malesseri e difficoltà respiratorie associate all’uso prolungato della mascherina in classe, come previsto dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri firmato lo scorso 3 novembre. Ieri la pronuncia del presidente del Consigli di Stato, Franco Frattini, che ha firmato un decreto con cui stabilisce la rimozione dal Dpc dell’obbligo di utilizzo della mascherina a scuola per bambini e pre-adolescenti al di sotto dei dodici anni.
La bambina protagonista della vicenda era stata sottoposta a visita cardiologica e pneumologica e, entrambi gli specialisti, avevano rilevato valori anomali e preoccupanti di ossigenazione, pressione sanguigna e pulsazioni cardiache. Valori che prima di indossare il dispositivo di protezione risultavano nella norma e si incrinavano in modo allarmante durante il periodo di utilizzo della mascherina, per poi tornare a stabilizzarsi dopo averla tolta. A quel punto, la famiglia aveva presentato a scuola certificati medici che però non erano stati ritenuti sufficienti per l’esenzione della bambina dall’utilizzo della mascherina.
I genitori avevano dunque presentato ricorso al Tar del Lazio, competente per tutta l’Italia per quanto riguarda i provvedimenti emessi dalle amministrazioni centrali e la loro azione era stata seguita da centinaia di altre famiglie italiane, i cui figli avevano manifestato lo stesso tipo di sintomatologia. Il consiglio di Stato ha accolto le istanze “sospendendo – cita il decreto – l’esecutorietà degli atti impugnati e in particolare l’obbligo di indossare il dpi (dispositivo di protezione individuale) per l’intera durata della giornata scolastica”.