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Lavoro, aumento del 22% dei certificati di malattia negli ultimi mesi del 2020

Pubblicato da: redazione | Lun, 1 Marzo 2021 - 21:00
Inps

Sono oltre 7 milioni (nel dettaglio 7.155.050) i certificati di malattia pervenuti all’Inps nel quarto trimestre del 2020, contro i 5.864.193 dello stesso periodo del 2019. Un aumento complessivo pari al 22% in cui l’incidenza dei certificati provenienti dal settore privato è pari al 77%, contro il 74,8% registrato lo scorso anno. L’incremento è probabilmente dovuto alla seconda ondata dell’epidemia da Covid-19, la cui impennata dei contagi a partire dal mese di ottobre 2020, con tutte le attività aperte, può aver determinato un maggiore ricorso alla malattia dei lavoratori pubblici e privati.

Dal confronto dei dati con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente, si registra un incremento più accentuato per il settore privato (+25,6%) rispetto a quello pubblico (+11,2%), con una differenza più marcata nelle regioni del centro Italia (+15,1% contro +5,0%) e soprattutto del sud (+31,2% a fronte di un +1,2%). Al contrario, la differenza tra i due comparti è quasi nulla al nord della penisola (27,6% contro 25,4%). Si riscontrano, inoltre, differenze di genere più evidenti nel settore privato (+28,7% per gli uomini e +21,9% per le donne) rispetto a quelle del settore pubblico (+12,6% per gli uomini e +10,7% per le donne).

Quanto alle attività di verifica ispettiva dello stato di malattia, nel quarto trimestre dello scorso anno si registra una diminuzione del numero di visite fiscali effettuate pari al -16,1% rispetto allo stesso periodo del 2019, più consistente per il settore pubblico (-53,7%): ciò a causa del forte cambiamento della situazione lavorativa dovuto alle misure adottate per il contenimento della pandemia, in particolare per il ricorso allo smartworking. Nel settore privato, invece, si registra un aumento del +24,7%, poiché per tale settore è stato possibile mantenere un’intensa attività ispettiva grazie alle importanti misure di sicurezza attuate per gli accessi a visita e ad un budget di spesa straordinario incrementato anche dai risparmi dovuti alla sospensione dell’attività di verifica avvenuta tra il 9 marzo e il 10 agosto. 

Il nord è l’area che rappresenta la variazione più bassa del numero di visite effettuate nel settore privato (2,6% rispetto al 29,3% del centro e al 56,2% del sud). I lavoratori più interessati dagli accertamenti sono quelli del settore privato e quelli pubblici del polo unico per i quali possono essere effettuate visite su richiesta dell’azienda o disposte d’ufficio dall’Inps. Il tasso di riduzione delle prognosi, che misura il numero delle visite con riduzione della prognosi rispetto al numero delle visite effettuate, risulta in leggero aumento in entrambi i settori, con l’eccezione del tasso relativo alle visite d’ufficio, che rimane stabile. Il tasso di idoneità, che misura il numero di visite con esito di idoneità al lavoro rispetto alle visite effettuate, si riduce per le visite disposte dal datore di lavoro che passano da un indice di 28 a 12,6 (ogni 100 visite) per i lavoratori assicurati del settore privato e da 36,6 a 23,2 per i lavoratori pubblici del polo unico.

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