Dal laboratorio Covid del Policlinico di Bari arriva l’appello della virologa Maria Chironna, sulla necessità di determinare una priorità di categorie di cittadini a sui sarà somministrato nelle prossime settimane, più o meno rapidamente, il vaccino anti Covid. In modo da dare una chance di protezione a chi è costretto a vivere con la “spada di Damocle”, i soggetti “fragili” affetti da patologie croniche gravi, con tumori, con malattie respiratorie severe, quelle costrette magari a vivere attaccate all’ossigeno, quelle con diabete, con malattie cardiovascolari serie, i trapiantati ed altre ancora. Al momento sono categorie che appaiono in secondo piano rispetto ai docenti e operatori delle forze dell’ordine.
“I vaccini – scrive Maria Chironna – sono un’arma formidabile di prevenzione. Evitano le forme severe di malattia, le ospedalizzazioni e i decessi. Ma non ce ne sono per tutti, non subito. La campagna vaccinale si è preannunciata difficile e lunga sin dall’inizio. Abbiamo visto la luce in fondo al tunnel quando abbiamo avuto la ragionevole certezza, a dicembre, che i vaccini sarebbero arrivati e avrebbero cambiato la storia della più grande pandemia di questo secolo. Ma si è palesato subito il problema dell’approvvigionamento e, pertanto, si è posto il problema di stilare una lista di categorie da vaccinare in ordine di priorità. C’è un Piano strategico nazionale dove sono indicate le categorie di persone che dovrebbero essere sottoposte a vaccinazione. Ma i piani strategici vengono poi declinati ai livelli regionali e le priorità possono cambiare”.
“Sul sito regionale alla sezione Vaccino anti Covid è scritto “I vaccini saranno offerti a tutta la popolazione, secondo un ordine di priorità che tiene conto di diversi fattori: rischio di malattia, tipi di vaccino e disponibilità.” Finita o quasi la fase I si è cominciato a fatica con la fase II. Sempre sul sito c’è scritto “La seconda fase, invece, coinvolge persone dagli 80 anni in su, operatori scolastici, forze dell’Ordine e forze Armate”.
“Premesso che è davvero difficile stabilire le priorità quando si è di fronte ad uno scenario devastante come quello causato dalla pandemia, perché non tener conto del principio che bisogna prioritariamente proteggere i più “fragili”? Fragile non è una parola generica. Fragili sono le persone con patologie croniche gravi, i soggetti con tumori, con malattie respiratorie severe, quelle costrette magari a vivere attaccate all’ossigeno, quelle con diabete, con malattie cardiovascolari serie, i trapiantati ed altre ancora”, continua Chironna.
“Queste – spiega Chironna – possono essere i nostri genitori, i nostri fratelli, i nostri figli, gli affetti più cari. Quando raccomandiamo la vaccinazione antinfluenzale, oltre agli ultra64enni, è a questi che facciamo riferimento quando la raccomandiamo fortemente. Perché sappiamo cosa può fare un virus influenzale quando colpisce questi soggetti. Per Covid19, è altrettanto chiaro che sono queste persone a poterci rimettere la pelle se colpite dal virus. Allora perché non stilare una priorità nella priorità. Vaccinare coloro che vivono con la spada di Damocle ogni giorno. Che vivono sapendo che può essere come una roulette russa. Che devono scansare continuamente il virus. E alla loro già critica qualità di vita, si aggiunge il costante pericolo di prendersi il Covid19. Si potrebbe obiettare che non ci sono i vaccini giusti a sufficienza per queste persone o che sono tante (650.000 forse in Puglia? Potrei sbagliarmi). Ma i principi fanno la differenza. E cominciare col dare il messaggio che si parte dai più deboli, dai più a rischio, da quelli che non hanno una aspettativa di vita uguale ai sani sarebbe un messaggio di grande civiltà, in un paese che ha perso la bussola e dimenticato, forse, i valori fondanti del nostro vivere in collettività. Aiutare prima i più deboli è segno di grande civiltà”, conclude Chironna.