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Bari, l’odissea di un positivo da 110 giorni: “Non posso rientrare a lavoro senza tampone negativo”

Pubblicato da: Francesca Emilio | Sab, 27 Febbraio 2021 - 08:00

“Sono 110 giorni che non so più quale sia la normalità, mi sento abbandonato”. A raccontarlo alla nostra redazione è Ferdinando, un cittadino barese 60enne risultato positivo al Covid il 4 novembre del 2020. Da allora, nonostante non ci sia nessun sintomo grave, la sua vita è cambiata drasticamente. Ma andiamo per gradi. E’ il 6 novembre quando Ferdinando, assieme alla sua famiglia, risulta positivo per la prima volta al Covid-19.

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Da allora prendono il via tutti gli iter burocratici del caso, con comunicazione al medico di base e attesa della telefonata alla Asl per prenotare i tamponi successivi. Quella telefonata da parte della Asl però non arriva, così Ferdinando, passati oltre 14 giorni, decide di trovare una soluzione alternativa. “Il secondo tampone – racconta – sono riuscito ad ottenerlo chiedendo un favore ad un amico”. Dal 26 novembre, fino a quando la regione non da l’opportunità al medico di base di poter prenotare il tampone, Ferdinando continua ad effettuare tamponi con la stessa tecnica, ovvero senza passare dalla Asl.

Passato il primo mese la famiglia di Ferdinando si negativizza, lui però continua a risultare positivo. Il 9 febbraio si sottopone ad un ulteriore tampone, dopo aver ricevuto l’esito, ancora positivo, prenota quello successivo per il 24. Il giorno dopo, ovvero il 25 febbraio, riceve il risultato, anche questa volta Ferdinando è positivo. Ma c’è un dettaglio e a farglielo notare è il medico di famiglia: il giorno 23, pur non avendo effettuato nessun controllo, sul sito della Asl (foto in basso) Ferdinando risulta “Guarito”. Così, quando il medico di famiglia ieri ha provato a fare richiesta per un altro tampone (successivo a quello del 25) è stato “Tecnicamente impossibile prenotare”.

Ad oggi, sono passati esattamente 110 giorni dal primo tampone. Oltre 4 mesi in cui Ferdinando è bloccato a casa, senza poter tornare al lavoro, ma non solo. Ad aggravare la situazione c’è un fattore importantissimo: Ferdinando è affetto da altre patologie particolari in forte contrasto con il Covid-19. “Il 12 novembre avrei dovuto fare un controllo – sottolinea – ma quest’ultimo mi è stato disdetto, non perché sapessero che ero positivo, ma perché era tutto sospeso causa Covid. Adesso sono da 110 giorni in malattia, potrei uscire perché qualcuno dice che si può se si è asintomatici dopo 21 giorni, ma nessuno mi da conferme. Ho bisogno del certificato di negatività al Covid per tornare a lavorare, ma non posso più fare tamponi per via del problema tecnico. Non so più dove sia la verità, sono positivo o sono guarito? E se sono guarito, in base a quale esame? Dal 9 al 24 febbraio io non mi sono sottoposto a nessun tipo di accertamento” – ha raccontato ancora Ferdinando. Ai problemi relativi alla mancata possibilità di effettuare nuovamente una prenotazione per il tampone e a quelli relativi alla salute, si aggiunge il forte stress che Ferdinando sta vivendo a causa di un “Senso di abbandono” che lo accompagna da ormai novembre dell’anno scorso.

“Ho tempestato di chiamate i numeri della Asl – sottolinea ripetendo a memoria quei tre numeri che compone ogni giorno in cerca di risposte – Se squilla non risponde nessuno, se non squilla, risulta occupato. Anche ieri ho effettuato oltre 40 telefonate. Ho inviato anche mail con richiesta d’aiuto in passato, niente. Mi sento abbandonato e beffato da un sistema che dovrebbe stare dalla parte del malato. Il dubbio è diventata la mia normalità, nessuno mi contatta, nessuno mi dice di che morte devo morire. Intanto non so come faccia la mia famiglia a sopportarmi, non posso uscire perché rischio sanzioni penali, non posso tornare al lavoro. Vivo con forte stress e questo non è d’aiuto per le altre patologie particolari che  non posso curare. Vorrei solo sapere cosa e come devo fare per riprendere a vivere normalmente” – ha concluso.

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