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Puglia, scuole in did per fermare la variante inglese: “Più contagi Covid tra studenti da 3 a 13 anni”

Pubblicato da: redazione | Mer, 24 Febbraio 2021 - 11:30

Dal 24 febbraio e sino al 14 marzo tutte le scuole pugliesi, di ogni ordine e grado, dovranno adottare la didattica digitale integrata (ddi) al 100%, “riservando l’attività didattica in presenza agli alunni per l’uso di laboratori qualora sia previsto dall’ordinamento, o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”. Come prevede la nuova ordinanza firmata ieri sera alle 22.42 dal governatore Michele Emiliano, in risposta al Tar Puglia che aveva accolto il ricordo di alcuni genitori contro la dad al 100% (didattica a distanza).

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Cosa ha portato a questa scelta? Ecco le motivazioni della regione sulla comunità scolastica, “che rappresenta un elemento di aggregazione sociale che, in situazione di intensa circolazione virale, è inevitabilmente interessata dal fenomeno dei contagi”.

“L’analisi condotta sia a livello nazionale che a livello regionale mostra che la forma della curva epidemica è differente nelle differenti classi di età, evidenziando livelli di rischio differenti nelle classi di età scolare rispetto alle altre fasce di età”.

“In un campione di 12 regioni (pari ad oltre 51 milioni di cittadini) si è osservato un incremento nelle scorse settimane attribuibile ai bambini tra 3-13 anni di età; in particolare l’aumento nelle fasce 6-10 anni in tre regioni sembra essere collegato alla circolazione di varianti del virus”.

“In Puglia la curva epidemica è caratterizzata da una generale riduzione dell’andamento dei contagi nelle ultime settimane, dopo una ripresa dell’incidenza successiva alle festività natalizie; dalla metà del mese di gennaio si osserva un incremento dei nuovi casi nelle fasce di età 3-5 anni, 6-10 e 11-13 anni, ma non 14-18 anni, che comunque appare essersi stabilizzato nell’ultima settimana”.

La Regione spiega che “i dati della sorveglianza scolastica consentono di osservare che, all’aumento della didattica in presenza, registrato nelle scuole di tutti i gradi (anche se in misura sostanzialmente minore nelle secondarie di secondo grado), è corrisposto fino alla settimana precedente un aumento in valori assoluti dei contagi tra gli studenti; Nonostante il rallentamento dei contagi in ambito scolastico, il tasso di nuovi positivi settimanali tra gli studenti rimane superiore al tasso riscontrato nella popolazione generale. Risulta in costante e importante aumento il numero dei soggetti (sia tra gli studenti che nel personale) per cui è stato disposto un provvedimento di isolamento/quarantena”.

“Si può pertanto concludere che le misure via via adottate per il controllo dei focolai scolastici abbiano manifestato in maniera crescente la loro efficacia; l’aumento della frequenza scolastica, comportando un aumento del numero dei contatti interpersonali, aumenta il rischio dei contagi che in effetti sono apparsi in incremento fino alla precedente settimana di monitoraggio. Il dato deve essere tuttavia letto anche prendendo in considerazione gli effetti della circolazione di varianti virali nella popolazione scolastica, in particolare nelle scuole dell’infanzia, nelle scuole primarie e nelle secondarie di I grado, che è stato possibile osservare in alcune regioni dove sono stati isolati i ceppi inglese e brasiliano”.

“Sono state condotte due quick survey, su indicazione dell’ISS, con l’obiettivo di valutare la prevalenza della variante inglese in Regione Puglia, che hanno restituito una percentuale pari al 15% nella prima indagine, relativa al 4-5 febbraio, e al 38% nella seconda, condotta il 12 febbraio, con un incremento del 60% in 7 giorni. Tale circostanza impone l’assunzione di stringenti iniziative di carattere preventivo, adottando nuove misure finalizzate alla massima limitazione dei contatti interpersonali, per contenere il rischio di una nuova ripresa dei contagi, nelle more di completare la campagna vaccinale almeno con riferimento ai soggetti fragili e a maggior rischio di contagio”, conclude.

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