«La criminalità organizzata si è imposta in Puglia alcuni decenni fa rivelando una modalità di affermazione del tutto particolare ottenuta attraverso una ‘utilizzazione mafiosa di un territorio originariamente non mafioso e raggiungendo nel tempo una manifestazione di una criminalità priva di tradizioni. La criminalità pugliese ha sin da subito sviluppato la spiccata vocazione affaristico imprenditoriale mutuata dalla camorra e dalla ‘ndrangheta nelle quali affonda le proprie radici».
Lo si legge nella relazione semestrale della Dia che cita il Procuratore generale di Bari che ha parlato di «una moderna mafia del click … che sposta denaro, lo investe, lo scambia e lo occulta con un colpo di mouse ed entra nel tessuto sano dell’economia e lì si nasconde. Criminalità… sempre più pervasivamente infiltrata nella pubblica amministrazione». «Di particolare incidenza, in termini di ordine e sicurezza pubblica, è indubbiamente risultata la recrudescenza nell’ultimo anno del fenomeno estorsivo, cui si connettono le prevaricanti strategie intimidatorie sistematicamente poste in essere dalle organizzazioni criminali pugliesi ai danni di attività imprenditoriali e commerciali. – continua la relazione della Dia – Le attività info-investigative riferite al periodo in esame confermano ancora una volta come la criminalità organizzata pugliese, sfruttando i canali di approvvigionamento nazionali ed esteri, sovrintenda ai flussi di droga che transitano, prevalentemente dall’Adriatico, per la Regione e che sono destinati alle piazze di spaccio nazionali o diretti ad alimentare il mercato estero».
«In seno ad un tale traffico internazionale restano consolidati i rapporti con le consorterie criminali albanesi che rappresentano un importante canale di rifornimento di marijuana, eroina e droghe sintetiche di provenienza asiatica e cocaina importata in Albania dai narcos colombiani (generalmente attraverso la spedizione di prodotti ortofrutticoli). – si legge ancora nella relazione della Dia – L’interesse fuori regione delle consorterie criminali pugliesi e lucane si rivolge prevalentemente al traffico di stupefacenti e al cosiddetto ‘pendolarismo criminale finalizzato alla commissione di reati predatori. Segnali di queste presenze sono stati colti in Lazio, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise e Sardegna. Non mancano contatti con territori esteri, in particolare l’Albania per l’approvvigionamento di carichi di stupefacenti via mare, anche con Olanda e negli Usa». ANSA
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