Undici regioni (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Lazio e Liguria) hanno già sottoscritto l’accordo con i medici di base per coinvolgerli nella campagna vaccinale, la Puglia è ancora in ritardo. Oggi pomeriggio ci sarà un incontro in videoconferenza tra le organizzazioni e la task force regionale, ma difficilmente ci sarà la fumata bianca.
Ci sono ancora molti nodi da sciogliere, a cominciare da come impiegare i medici di famiglia. La somministrazione delle dosi agli over 80 e al personale scolastico è già iniziata, la macchina organizzativa è ormai pronta ed è difficile cambiare in corsa. Poi ci sono altri due problemi: garantire la sicurezza delle dosi e la catena del freddo, visto che per immunizzare gli anziani viene impiegato il siero Pfizer che necessità di una conservazione a bassissima temperatura (-70 gradi). Quindi, è probabile che i medici di base debbano essere utilizzati nei centri vaccinali già individuati dalle Asl e dai Comuni. Infine, bisogna trovare l’accordo economico, anche se questo è uno scoglio ormai superato dalla garanzia data dal governo Draghi che metterà a disposizione una quota aggiuntiva al fondo nazionale. “Dovremo trovare una intesa su diversi aspetti – spiega Donato Monopoli, segretario della Fimmg Puglia – e procedere alla stesura di un piano vaccinale dettagliato che dovrà essere trasmesso all’Esecutivo nazionale. Dubito che si riesca a concludere tutto entro domani (oggi per chi legge, ndr), ma certamente bisogna stringere i tempi e fare presto perché qui siamo già in ritardo. Altre Regioni hanno già firmato l’accordo e sono pronte”. Da Nord a Sud si stima che in Italia oltre 35mila dottori di base daranno il proprio contribuito alla campagna vaccinale. In 11 regioni sono già stati sottoscritti accordi con i medici di medicina generale, mentre il protocollo d’intesa siglato ieri tra sindacati di categoria, ministero della Salute e Regioni farà da “cornice nazionale” con regole e aspetti validi su tutto il territorio. Tra le prime regioni a partire Toscana, Emilia Romagna e Lazio. In quest’ultima regione è previsto per lunedì primo marzo l’avvio delle prime somministrazioni di Astrazeneca agli assistiti 65enni. La prima fornitura sarà di 80mila dosi che verranno distribuite ai 4mila medici di medicina generale che hanno aderito. Mentre in Toscana lunedì scorso sono stati vaccinati dai medici di famiglia i primi ultraottantenni. La campagna vaccinale con la collaborazione della medicina generale riguarderà nella fase iniziale la popolazione anziana a partire dagli 80 anni. E in Emilia-Romagna i medici di famiglia somministreranno il vaccino AstraZeneca nei loro ambulatori.