Ad una settimana dalla seconda dose del vaccino Covid, il pediatra barese Antonio Di Mauro non abbassa la guardia. Sui social racconta con analisi alla mano come il suo sistema immunitario ha reagito al virus, mentre il corpo ha iniziato a produrre immunoglobuline che lo difendono da eventuali attacchi del virus. Ma dovrà continuare a lavorare bardato, da mascherine e dpi per difendere gli altri, dai parenti ai pazienti.
“Ma allora perché continuo ad usare la mascherina, la tuta, i guanti e la visiera quando visito? – scrive Di Mauro -. Perché gli studi clinici condotti finora hanno permesso di valutare l’efficacia dei vaccini sulle forme clinicamente manifeste di Covid, ma non ci sono evidenze che dimostrano che i vaccinati non si possano infettare in modo asintomatico e quindi contagiare altre persone (sterilising immunity)”.
“In sostanza, continuo a vestirmi così, non più per proteggere me stesso, ma per proteggere gli altri: la mia famiglia, i miei amici e i miei pazienti non ancora vaccinati. Essere vaccinati non conferisce infatti un “certificato di libertà” ma occorre continuare ad adottare comportamenti corretti e tutte le misure di protezione anti Covid. Con il tempo, la vaccinazione effettuata su larga scala e l’osservazione del comportamento del virus nelle comunità di vaccinati (es. Israele), potremo finalmente dire se la vaccinazione protegga anche dal propagarsi dell’infezione. È plausibile, è auspicabile ma ad oggi non abbiamo certezze. Massima prudenza sempre. Tutti”, conclude il pediatra barese.