«Non siamo stati consultati in merito alla progettazione di una macchina organizzativa per la campagna vaccinale che sta mostrando tutti i propri limiti. Abbiamo ultraottantenni su sedia a rotelle in coda fuori dalle farmacie, che devono spostarsi di dieci, venti, trenta chilometri per la somministrazione del vaccino, che chiedono di essere vaccinati a casa e non ricevono risposte, con una priorità in base all’ordine di arrivo e non in base alle reali condizioni del paziente».
Lo dichiara Nicola Calabrese, segretario della Fimmg Bari e vicesegretario nazionale. «I medici di famiglia – dice – con grande spirito di sacrificio, non si sono mai tirati indietro quando sono stati chiamati a supporto del sistema sanitario pugliese anche per attività che non rientravano tra i loro compiti, perché responsabilmente si sentono parte del sistema pubblico, come dimostra l’accordo regionale in cui la medicina generale è andata in soccorso del sistema di contact tracing in affanno». I medici sono «pronti al confronto, come sempre. Ma a processi avviati e oltre 70mila appuntamenti fissati, un’organizzazione carente che metta in crisi il rapporto di fiducia con i pazienti non facilita il nostro coinvolgimento».