“Salviamo via Amendola”: è il messaggio contenuto nella petizione lanciata, nelle scorse ore, dai residenti della nota via di Bari e firmata già da più di mille persone. Un’iniziativa nata per porre sotto la lente dell’amministrazione il disagio conseguente all’eccessivao flusso automobilistico lungo lo stradone, in particolare nelle ore di punta e che, secondo gli stessi promotori e firmatari della petizione, non vedrà una risoluzione con il progetto di allargamento per cui i lavori sono già in corso.
“Bari negli ultimi anni è passata dal decimo all’ottavo posto nella classifica nazionale delle città più trafficate d’Italia e maglia nera delle strade cittadine più trafficate è per via Amendola – scrive un residente sulla pagina Facebook del sindaco Decaro – E’ evidente che Bari ha una grave emergenza traffico, lo sanno tutti i baresi e lo sa bene lo scrivente che, abitando in via Amendola, per prendere la tangenziale, pur di non percorrere il tremendo chilometro da viale Einaudi alla rotonda di Mungivacca, preferisce andare dal ponte di via Omodeo e percorrere tutta via Caldarola”. Il cittadino ricorda al sindaco che percorrere via Amendola significa impiegare circa venti minuti in auto per mille metri di strada e che con i cantieri attualmente aperti, questa tempistica si amplia ancora. L’uomo si fa portavoce del pensiero dei residenti della zona, convinti che i lavori di ampliamento della strada possano rendere più fluido lo scorrimento, ma non cureranno il problema alla radice, rappresentato, invece, dall’enorme quantità di veicoli che percorrono tale arteria cittadina.
“Chi abita in via Amendola, ma anche moltissimi altri baresi – spiega nel posto – sono preoccupati dal fatto che non state mettendo in atto alcun piano di viabilità finalizzato a ridurre l’enorme flusso di auto e bus che la percorrono. Ma ciò che allarma tutti è che, non solo non è in programma la riduzione del numero di mezzi, ma verranno creati due megaparcheggi da 240 e da 640 (o 450 non è ancora ben chiaro) posti auto a pochi metri uno dall’altro, proprio in uno dei punti più congestionati della strada in corrispondenza dei palazzi dell’Agenzia delle Entrate, che avranno l’effetto di convogliare altre auto e bus in una strada già al collasso per traffico”. L’utente ricorda al primo cittadino che RFI realizzerà in via Amendola due nuove stazioni della metropolitana di superficie, una alle spalle dell’ex Fibronit e l’altra dietro l’Executive Center, con convogli ogni 20 minuti. “E’ paradossale – prosegue – che invece di puntare finalmente sulla vera mobilità sostenibile grazie alla metropolitana invitando gli automobilisti e i pendolari della strada statale 100 a lasciare le auto fuori dalla tangenziale per proseguire in metropolitana, si inviti a percorrere in auto la sesta strada più trafficata d’Italia per andare a parcheggiare in via Amendola nei due megaparcheggi. Sembra che l’unica mobilità sulla quale riuscite a lavorare sia quella delle automobili”.
E, a chi sembra rispondere che “i baresi sono abituati a spostarsi in auto non lasciano le loro automobili”, i firmatari della petizione replicano che se i baresi avessero una vera alternativa all’utilizzo delle auto per spostarsi in città la utilizzerebbero immediatamente. La riprova, a loro avviso, è l’enorme successo dei monopattini a noleggio. “Abbiamo la fortuna di vivere in una città dove è possibile usare bici e monopattini otto mesi su dodici pare che non siamo in grado di sfruttarla”, concludono con rammarico. Per questo motivo, i residenti della zona hanno formulato una serie di proposte da sottoporre all’amministrazione comunale: in primis, un programma di incentivi all’utilizzo della metropolitana di superficie, invitando gli automobilisti provenienti da tangenziale e SS100 a scambiare l’auto con la metropolitana alla stazione FSE “Mungivacca” dove è presente un megaparcheggio di scambio da 500 posti, inutilizzato. In secondo luogo, il trasferimento dei grandi parcheggi da 640 e 240 posti alla stazione di Mungivacca, per evitare di incanalare le auto in via Amendola. Ancora, rendere fruibile il Bosco di Bartolo al posto, dotare la nuova stazione di una trentina di posti auto di “servizio” per il carico scarico temporaneo lasciando il verde dove invece erano state previste automobili. E abbellire l’area con stradine ciclopedonabili per consentire a tutti i baresi di vivere il bosco, l’aria aperta e lo sport.
A corredo di tali proposte, uno dei comitati di quartiere di via Amendola ha presentato al programma “bilancio partecipato” del Municipio 2 di Bari il progetto di una pista ciclabile. L’idea è quella di collegare Torre Quetta al Bosco di Bartolo e a via Amendola passando per il bordo superiore del canalone di Japigia. Tutte queste istanze rientrano nella petizione lanciata dai cittadini della zona e che è possibile firmare tramite questo link: https://www.change.org/salviamoviaamendola