Solo il 17% degli alunni del liceo Scientifico Scacchi, tra i più grandi del capoluogo pugliese, è tornato a scuola in presenza. Su 1.560, in particolare, oggi erano in aula meno di 300 studenti.
Un dato che, secondo quanto emerso, sarà confermato fino al 6 febbraio, data in cui scadrà l’ordinanza della Regione Puglia che da oggi consente il rientro per gli studenti delle superiori entro il limite del 50% lasciando la possibilità di restare in Didattica a distanza.
“Abbiamo – spiega la preside dello Scacchi, Chiara Conte – solo tre classi al completo su 63; alcune sono invece rimaste con la didattica completamente a distanza, in altre ci sono solo 2-3 alunni e altre ancora arrivano fino a 10-15 presenze”. Quanto all’annunciata presenza della Protezione civile, la preside spiega che era prevista per evitare assembramenti all’uscita, ma dati i numeri delle presenze non è stato necessario. “Inoltre – sottolinea – noi abbiamo previsto l’ingresso già dalle 7.40, proprio per evitare che i ragazzi stessero fuori ad aspettare l’apertura dei cancelli”.
In media, nelle altre scuole superiori, le presenze si attestato tra il 20 e il 25%. Come nel caso dell’istituto Tecnico Panetti-Pitagora e dell’Iiss Marconi-Hack di Bari. Il ritorno in aula ha diviso anche i pareri dei professori. La preside del Marconi-Hack, Anna Grazia De Marzo, spiega che «mentre alle famiglie è stata data la possibilità di scegliere, ai docenti no, e in tanti hanno paura perché, ad esempio, hanno parenti immunodepressi”.
Olinda Ciccolella, docente di Lettere all’istituto Panetti-Pitagora, sottolinea che “Sono due strategie didattiche completamente differenti, quella in presenza e quella a distanza: per fare lezione – evidenzia – i ragazzi devi guardarli negli occhi, e avendo contemporaneamente studenti in aula e a casa, su chi orienteremo lo sguardo?”. Stessa domanda che si pone la sua collega che insegna Storia e Italiano: “Lottiamo per creare un gruppo classe coeso e poi lo spacchiamo? La comunicazione digitale ha un codice, quella in presenza un altro: noi – conclude – faremo comunque del nostro meglio, ma con questa didattica mista mortifichiamo gli studenti”. Daniele Solitario, che insegna Educazione fisica al Lenoci, ritiene che la possibilità di scegliere tra presenza o Did non faccia “Altro che ritardare il ritorno alla normalità, invece di insegnare a convivere col virus consapevolmente e rispettando le precauzioni, come già facevamo fino allo scorso ottobre”.