È stato siglato nel pomeriggio di ieri dal procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, dal comandante regionale della Guardia di Finanza, Francesco Mattana e dal direttore regionale dell’Agenzia delle entrate, Michele Andriola, un protocollo di intesa per rafforzare il coordinamento investigativo tra l’Autorità giudiziaria e l’Amministrazione finanziaria in ambito locale. L’accordo si pone l’obiettivo di potenziare l’azione di repressione dell’evasione fiscale, con particolare riguardo ai fatti di maggiore pericolosità e allarme sociale, come le frodi transnazionali, l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, la creazione di schermi societari al solo scopo di inquinare i mercati e il conseguente riciclaggio dei proventi illeciti.
Molto spesso, infatti, le frodi fiscali, l’utilizzo di fatture false e di contabilità artefatte sono spie di disegni criminali di più vasta portata, che permettono anche a pericolose associazioni criminali di infiltrarsi nel tessuto economico e imprenditoriale, creando risorse finanziarie occulte e nascondendosi dietro prestanome e società artatamente costituite. Per questo, al fine di potenziare l’efficacia e la tempestività dell’azione di contrasto, le parti del protocollo si sono impegnate a implementare, semplificare e accelerare i flussi di comunicazione reciproci, sfruttando l’innovazione tecnologica dello strumento telematico. Ciò per permettere all’Autorità giudiziaria inquirente di assumere celermente la direzione delle indagini, assicurando nel contempo un coordinamento costante ed efficace tra gli sviluppi amministrativi e penali dei singoli contesti oggetto di investigazione.
L’accordo disciplina, inoltre, una serie di adempimenti procedurali che hanno lo scopo di garantire, in tempi rapidi, la tassazione dei proventi illeciti derivanti dalle attività criminali e l’indeducibilità fiscale dei cosiddetti “costi da reato”, al fine di recuperare ulteriori risorse al gettito fiscale da destinare alla collettività. Ancora, il protocollo prevede momenti di specifico confronto operativo tra le due “anime” dell’Amministrazione finanziaria, nei casi in cui emergano fattispecie di particolare pericolosità criminale, per il contrasto delle quali è fondamentale l’attivazione tempestiva dei poteri e delle tecniche investigative propri della polizia giudiziaria.
Infine, è stato definito il percorso operativo per gli accertamenti economico-patrimoniali volti a risalire alle modalità di reimpiego delle risorse finanziarie illecitamente accumulate grazie all’evasione fiscale, nonché a individuare i beni nella disponibilità, anche di fatto, degli evasori, al fine di procedere al loro rapido sequestro e, quindi, alla loro confisca definitiva. Il protocollo così formalizzato costituisce un decisivo passo in avanti nell’azione di contrasto alla criminalità economico-finanziaria e all’illecito arricchimento di quegli operatori che recano un grave danno all’economia legale del paese.