“I vaccini non fanno venire l’infezione da Covid e non interferiscono con i test molecolari o antigenici sui tamponi”. Lo scrive sui social, come una appello anti bufale, Maria Chironna la virologa responsabile del laboratorio d’analisi del Policlinico di Bari.
“Non c’è assolutamente nessun nesso – continua Chironna -. Purtroppo, quello che accade è che la prima dose non conferisce protezione e che molti soggetti siano stati vaccinati mentre incubavano già l’infezione o l’hanno contratta subito dopo in assenza di piena protezione che si ha solo diversi giorni dopo la seconda dose. C’è solo un nesso temporale e null’altro. Il vaccino in uso non contiene virus vivo ed è fatto solo da nanoparticelle lipidiche (microscopiche palline di grasso, per intenderci) e mRNA sintetico che porta l’informazione della proteina spike del virus”.
“Il virus che dà l’infezione in queste persone è, ahimè, invece, il virus “selvaggio” che sta ancora circolando in maniera sostenuta e che continua a colpire migliaia di persone ogni giorno. Inoltre, non c’è nessuna interferenza dell’mRNA somministrato attraverso il vaccino con i test diagnostici. L’mRNA contenuto nel vaccino è ingegnerizzato e “ottimizzato”.
“Vuol dire che è stato costruito sinteticamente in maniera tale da essere “tradotto” in proteina spike ma non può essere “retrostrascritto” come è necessario avvenga con i test diagnostici molecolari che rilevano, tra l’altro, frammenti genici anche di altre regioni genomiche virali. In sintesi, l’mRNA del vaccino non interferisce con i tamponi molecolari, che servono per fare la diagnosi, nè con i test antigenici perché la proteina spike prodotta dopo vaccinazione stimola il sistema immune ma non arriva nelle secrezioni nosofaringee in quantità tali da essere rilevate dai test che risultano positivi solo in presenza di grandi quantità di virus. E questo accade solo nelle infezioni “naturali”. Occhio a non farvi prendere in giro e non abbiate dubbi sui vaccini. Magari ne avessimo per tutti”, conclude Chironna.