Operativo il nuovo robot da Vinci, già posizionato nella prima sala chirurgica del blocco operatorio dell’ospedale di Andria. “Si tratta di una giornata importante perché si comincia ad utilizzare un mezzo straordinario che consentirà all’abilità dei nostri sanitari di realizzare interventi innovativi con minore invasività e soprattutto evitando viaggi fuori sede – ha detto Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia – Noi stiamo recuperando moltissimo in termini di mobilità passiva e stiamo attrezzando i nostri ospedali non solo per quelle che sono le necessità legate alla pandemia, ma anche preparando il futuro. Questo robot ci consentirà di recuperare tanti interventi che in passato perdevamo a favore di ospedali del Nord”.
Per Pier Luigi Lopalco, Assessore alla Salute della Regione Puglia ‘il robot da Vinci non è un investimento solo per la Asl Bt ma risponde a un disegno più ampio regionale. Stiamo creando una rete di alto livello perché le eccellenze si costruiscono sugli investimenti tecnologici, sulla formazione, sugli uomini e le donne. Con questi investimenti creiamo la possibilità di formazione continua e siamo in grado di limitare i viaggi fuori regione. È importante che in prossimità siano garantite cure di alto livello’.
La Asl Bt è la prima azienda sanitaria pubblica della Regione a installare il robot da Vinci: il più evoluto sistema robotico per la chirurgia mininvasiva è stato usato martedì 19 gennaio per la prima volta per un intervento urologico di rimozione di una neoplasia renale.
Ad Andria è stato installato un modello Xi che sarà utilizzato dalla equipe di Chirurgia, diretta dal dottor Enrico Restini, e dalla equipe urologica diretta dal professor Luigi Cormio oltre che dalla equipe ginecologica. E’ stata già avviata la formazione di tutto il personale, sia medico che infermieristico, per un uso massimo della strumentazione che offre numerosi vantaggi sia per per i chirurghi che per i pazienti in termini di recupero e di ridotto trauma post-operatorio. “La nostra attività chirurgica e urologica si arricchisce dell’ultima e più evoluta versione del robot, il modello Xi – dice Alessandro Delle Donne, Direttore Generale della Asl Bt – e di questo siamo molto soddisfatti. Abbiamo molto puntato sul potenziamento dell’attività chirurgica con professionisti di altissimo livello e la possibilità che oggi offriamo di poter usare questo importante strumento va nella direzione di far crescere sempre di più l’attività chirurgica e urologica”.
Il robot da Vinci Xi è lo strumento ideale per la chirurgia ad alta complessità e permette una libertà di movimento estrema. Queste caratteristiche lo rendono adatto per gli interventi in ambito urologico, ginecologico e di chirurgia generale complessa, massimizzando gli accessi anatomici e garantendo una visione 3D-HD. Il chirurgo, fisicamente lontano dal campo operatorio e seduto a una postazione dotata di monitor e comandi, muove i bracci del robot, collegati agli strumenti endoscopici, che vengono introdotti attraverso piccole incisioni. Il campo operatorio è proiettato tridimensionalmente, con immagini ferme e ad altissima risoluzione.
Il robot è formato da tre componenti principali:
- console chirurgica: è posizionata esternamente al campo sterile. Attraverso la console il chirurgo opera per mezzo di due manipolatori (simili a joystick) e di pedali che guidano la strumentazione, e osserva il campo operatorio tramite il monitor dell’endoscopio 3D.
Il robot replica i gesti eseguiti dal chirurgo alla console, ma permette di operare con maggiore precisione grazie alla soppression edel tremore naturale delle mani e alla possibilità di scalare (demoltiplicare) i movimenti. Inoltre la visione ingrandita e tridimensionale del campo operatorio permette al chirurgo di distinguere le strutture anatomiche più piccole, difficilmente visibili ad occhio nudo.
- carrello paziente: sostiene le braccia del robot, che materialmente eseguono l’operazione. Sui bracci dei robot sono installati gli strumenti Endowrist, dotati di un polso in grado di compiere una rotazione di quasi 360°. Gli strumenti sono progettati con sette gradi di movimento, un raggio di gran lunga superiore rispetto a quello del polso umano.
- carrello visione: contiene l’unità centrale di elaborazione e un sistema video ad alta definizione (Full HD). Il campo operatorio viene catturato dall’endoscopio e ritrasmesso alla testa della videocamera stereo ad alta definizione. Il sistema di visione consente di ingrandire l’area chirurgica di 6-10 volte.
Il presidente Emiliano e l’assessore Lopalco hanno visitato anche la piastra rianimatoria della Protezione Civile realizzata all’ingresso dell’ospedale “Dimiccoli” di Barletta. Dotata di 23 posti letto già attrezzati e realizzata in poco più di 20 giorni, la piastra rianimatoria è collegata alla unità operativa di Anestesia e Rianimazione, diretta dal dottor Giuseppe Cataldi.