Il nuovo Ospedale Covid in Fiera del Levante è pronto. Sono terminati i lavori di realizzazione appaltati dalla Protezione civile regionale e oggi c’è stato il passaggio della struttura al Policlinico di Bari che ne assumerà la gestione. (in basso il video in time lapse che riassume il cantiere di oltre un mese). Fa discutere però il raddoppio dei costi dell’opera: l’investimento pubblico è salito da 8,5 milioni di euro dall’appalto a 17,5 milioni di euro, per una cifra di 112mila euro a posto letto.
Sono 40 le imprese coinvolte, 300 operai, quotidianamente per complessivamente 11mila giornate lavorate per disponibile per il sistema sanitario regionale una struttura da 152 posti letto”. L’inizio dei lavori è stato lo scorso 1 dicembre, con 40 le ditte impegnate, in stragrande maggioranza pugliesi, per 10 reparti su 15mila metri quadrati, con 2 sale operatorie, una zona per tac, rx e laboratorio analisi. I lavori di realizzazione della struttura temporanea da 152 posti letto in Fiera hanno rispettato il cronoprogramma.
“Questo ospedale è il perno fondamentale del piano pandemico permanente della Regione Puglia – ha detto il presidente Emiliano – Nulla di questo investimento andrà perso neanche dopo l’emergenza, anche se l’emergenza ha determinato questa necessità. È tutto lavoro pugliese, è tutta testa pugliese. Gli ospedali simili in altre zone di Italia non funzionano come questo, che è un luogo multifunzionale, dove sono insieme terapie intensive e area medica. Abbiamo fatto questa scelta per riuscire a gestire tutti i gradi della gravità della malattia: è un luogo a pressione negativa, è un reparto di infettivologia, di pneumologia, di medicina, di terapia intensiva e subintensiva, possiamo gestire tutto con quella flessibilità che un maxi centro richiede. Attraverso questo sistema di gestione delle maxi emergenze, nella collaborazione tra la punta dell’accademia pugliese, il Policlinico di Bari e la Protezione civile, realizzeremo non solo all’interno del sistema sanitario, ma più in generale, nella gestione di tutte le emergenze, una collaborazione che stiamo creando sul campo”.
“Ringrazio tutti coloro che hanno realizzato questa impresa – ha aggiunto Emiliano – In pochissime settimane abbiamo realizzato una infrastruttura sanitaria fondamentale. La Regione Puglia ha un buon equilibrio sanitario sotto l’aspetto finanziario e sotto l’aspetto del numero dei posti letto, ma non è una corazzata come altre regioni del Nord, che hanno più ospedali, risorse e personale sanitario. Questo è un dato di fatto, che tutti conoscono e che tutti fingono di ignorare. Questa struttura non nasce perché si è determinato un cattivo utilizzo delle strutture esistenti, ma nasce come dispositivo di sicurezza multiuso. Nasce perché non sappiamo, come non sapevamo con chiarezza, quanto sarebbe stata forte la seconda ondata Covid e non sappiamo se ce ne sarà una terza.
Vi ricordo che la seconda ondata è stata 20 volte quella di marzo e aprile, 20 volte. Io lo ripeto perché ho l’impressione che non ce ne siamo resi conto. La seconda ondata è stata affrontata in Puglia con una perfetta organizzazione, nonostante tutti i limiti. Nessun Paese del mondo sapeva come si affrontava questa epidemia. Noi abbiamo avuto certamente molti problemi per organizzare tutto il sistema, l’assistenza domiciliare, i medici di medicina generale, le Usca, il territorio, ma tutto oggi è a regime ed è suscettibile di potenziamento e rafforzamento, persino le piattaforme informatiche, che sono necessarie per i medici di medicina generale, sono attive. E soprattutto avevamo una esigenza, quella non solo di essere sicuri di avere sempre tutti i posti letto necessari, nonostante i 2500 posti che abbiamo messo a disposizione a prescindere da questa struttura per il covid, ma di avere un luogo che consentisse la convivenza tra la salute ordinaria, quindi la riattivazione piena di tutti gli ospedali della Puglia, e la gestione dell’emergenza covid, perché questa è una struttura a servizio dell’intera regione”.
Il presidente Emiliano ha dedicato questa giornata al sindaco di San Nicandro Garganico, Costantino Ciavarella, medico scomparso oggi, a tutti coloro che stanno combattendo contro il covid, ai loro familiari, e a tutti gli operatori sanitari che stanno lavorando da mesi e mesi: “i giocatori sono sempre gli stessi – ha detto – e abbiamo la metà degli ospedali di altre regioni con identica popolazione, per favore ricordatelo. Questo è un dramma sul quale non riusciamo ad attirare a sufficienza l’attenzione, noi abbiamo molto meno personale, quindi questa struttura servirà a consentire anche il massimo del risparmio del personale sanitario, per poter riavviare le grandi strutture ospedaliere della Puglia e contemporaneamente sostenere l’impatto dell’epidemia. Nelle prossime settimane inaugureremo altri reparti di terapia intensiva in tutta la Puglia”.
“Nonostante gli ospedali – ha concluso Emiliano – se qualcuno si contagia si rischia di morire lo stesso. Quindi tenere bassi i contagi è una fattore che salva più vite di qualunque ospedale di questo mondo. Tenere bassa la curva è fondamentale. Quello che il sistema sanitario e la protezione civile stanno facendo non serve se noi non riusciremo a rispettare tutte le regole possibili e immaginabili necessarie a tenere bassa questa curva. Lo so che ho fatto arrabbiare un sacco di gente, gli insegnati, i sindacati, quelli che volevano andare in presenza, quelli che avrebbero voluto tutto chiuso a scuola, abbiamo fatto arrabbiare ristoratori, operatori turistici, ci sono quelli che hanno lavorato e quelli che non hanno lavorato. Dovete sapere che ogni decisione, compresa quella di aprire questo ospedale, è frutto di ragionamenti lunghissimi data la situazione, dove ogni gesto viene misurato e rimisurato decine di volte per verificare se è quello giusto o sbagliato, e soprattutto non esiste un manuale di gestione di tutte le epidemie. Ci siamo accorti che questo sistema complessivo riesce a tenere bassa la curva. In questi tre/quattro mesi, finche non avremo vaccinato la maggioranza della popolazione, bisogna fare questo sforzo. E non mi si venga a dire che, siccome siamo molto organizzati dal punto di vista sanitario, questa cautela può venire meno. Perché come ho detto lo scopo di questa struttura non è far prendere aperitivi, non è far feste a casa o far commettere errori alle persone. Lo scopo è quello di rimediare ai contagi inevitabili, perché molti si contagiano per far fare il loro dovere, come è accaduto al Sindaco di San Nicandro Garganico”.
“La rete ospedaliera regionale di risposta al Covid si allarga di oltre 150 posti letto, realizzati a tempo di record e con altissimi standard qualitativi – dichiara l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco – Gli operatori potranno lavorare in ampi spazi con le più moderne attrezzature e questo ottimizzerà l’assistenza. Un’assistenza che potrà essere flessibile in quanto questo spazi sono pensati per fornire intensità di assistenza varia, dai pazienti meno gravi ai pazienti più gravi. È un ulteriore passo avanti non solo per la risposta al covid, ma anche per far ripartir in sicurezza l’assistenza no covid in Puglia”.
“Questo risultato – spiega il direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro – è frutto della collaborazione di un numero rilevante di imprese pugliesi. La capacità che porta oggi a poter contare su questi posti aggiuntivi della rete ospedaliera covid si è ispirata alla legge 77: il Governo ci ha detto di attivare posti letto per il covid che possano essere permutabili da area medica intensiva a sub intensiva e noi lo abbiamo fatto. Questa capacità di essere permutabili ai fini dell’assistenza sanitaria è fondamentale”.
“Siamo pronti a gestire anche gli eventuali scenari successivi – ha aggiunto Vitangelo Dattoli, commissario del Policlinico di Bari – Speriamo ovviamente che non ce ne sia bisogno. Ma in ogni caso siamo pronti. Siamo al lavoro su accorgimenti tecnici e piccole modifiche organizzative ma il modello gestionale è stato prefigurato. L’ospedale Covid della Fiera del Levante sarà autonomo ma fortemente integrato con il Policlinico e con gli altri ospedali dell’area metropolitana e della Regione. Si tratta di un’operazione in grado di dare una risposta alla domanda di salute per i problemi quotidiani acuti o cronici. Ci confronteremo anche con le organizzazioni sindacali”.