Negli ultimi 10 anni la produzione media di olio è cresciuta del 21% in Puglia, la regione che produce oltre il 50% dell’extravergine italiano, ma «non ha corrisposto una visione strategica, a differenza di quanto avvenuto in Spagna, rispetto alla realizzazione dei magazzini di ammasso e stoccaggio dell’olio e ad una promozione coordinata della filiera dal campo alla tavola».
Lo sottolinea Coldiretti Puglia, che ha realizzato un’analisi sull’andamento regionale «in occasione del via libera alla ristrutturazione del settore oleario, con il provvedimento del Ministero delle Politiche Agricole che destina 5 milioni di euro per gli interessi maturati nel 2019 dalle aziende olivicole sui mutui bancari contratti entro il 31 dicembre del 2018». Il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, apprezza «il decreto firmato dal ministro delle Politiche Agricole Bellanova, in linea con la necessaria strategia coordinata di rigenerazione del settore olivicolo e oleario, a cui va associata una programmazione di lungo periodo per fronteggiare le frequenti crisi di mercato di olive e olio», aggiunge: «Resta l’urgenza di costruire finalmente il Piano Olivicolo Nazionale, quando in Spagna ne hanno già fatti 5, e di rivedere i rapporti all’interno della filiera, coinvolgendo in prima istanza proprio la grande distribuzione, perché il prezzo allo scaffale di olio extravergine di oliva a 3 euro a bottiglia è inaccettabile». «Nonostante la sensibile flessione produttiva registrata nel 2020 che ha dimezzato il raccolto con 101mila tonnellate di olive prodotte, il segmento ha guadagnato in valore rispetto all’anno scorso superando i 650 milioni di euro», sottolinea inoltre Muraglia, segnalando che il settore oleario «è forse quello che ha resistito meglio all’emergenza sanitaria, con un lieve calo dello 0,5% delle esportazioni di olio extravergine pugliese all’estero nei primi 9 mesi del 2020, quando la domanda estera di olio imbottigliato è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%)». L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con 320 milioni di chili.